Un vortice di coriandoli dorati, ad evocare le farfalle gialle che tra le pagine di ‘Cent’anni di solitudine’ annunciano l’arrivo sulla scena di Mauricio Babilonia, uno dei protagonisti del suo romanzo più famoso. E’ stato festeggiato così, il 26 ottobre, sotto la pioggia insistente dell’autunno romano, lo svelamento della targa che intitola un viale di Villa Borghese (tra la Galleria Borghese e la fontana dei Cavalli Marini) al celebre scrittore colombiano Gabriel Garcia Marquez, premio Nobel per la Letteratura nel 1982). In sottofondo, la musica della sua terra, una quantità di farfalle di carta appuntate sulle giacche dei presenti, e applausi dalla piccola folla invitata dall’ambasciata di Colombia.
Una cerimonia dove i toni dell’ufficialità si mescolano ai canoni della festa popolare che proseguirà, poco dopo, tra le mura della vicina Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea. Le tre presenze istituzionali arrivano quando sul parco è già calata la luce della sera, e gli ombrelli sono aperti da almeno mezz’ora nell’attesa: sono la vicepresidente della Repubblica di Colombia Marta Lucia Ramirez, l’ambasciatrice in Italia Gloria Isabel Ramírez Rios, e la presidente del Municipio II: “Possiamo affermare che come i grandi viaggiatori del Grand Tour, anche Marquez rimase affascinato da una delle ville storiche più belle di questa città. Ovviamente questo momento rappresenta non soltanto il legame di Marquez con la nostra città e con il territorio del nostro Municipio, ma dimostra anche il profondo legame tra il popolo italiano e i popoli dell’America Latina”. Gabo a Roma era arrivato nel 1955 per lavorare come giornalista, portando con sé il sogno del cinema. E mentre soggiorna nella Città Eterna scrive ‘La Santa’, un racconto ambientato tra Trastevere, i Parioli e soprattutto ispirato dal verde di Villa Borghese, il polmone verde ricco di arte che lo scrittore amava molto.