In autunno si vota anche nei municipi

Nel 2016 tanto giallo e poco rosso. I pentastellati poterono vantare la vittoria in 12 dei 14 Municipi dove si votò (Il X fu chiamato alla consultazione un anno dopo, nel 2017, perché all'epoca era commissariato, e divenne anch'esso a guida grillina). Una vittoria schiacciante, che lascià al centrosinistra solo il centro cittadino, ovvero i Municipi I e II.

Roma, insieme con tante altre città italiane e la regione Calabria, tornerà al voto nel prossimo autunno, molto probabilmente ad ottobre, per eleggere non solo sindaco e consiglio comunale, ma anche presidenti e consigli dei quindici Municipi nei quali è suddivisa la Capitale. E questo voto, che possiamo definire “rionale”, non è meno importante di quello per il Campidoglio, anche se nelle cronache giornalistiche ancora non trova spazio adeguato. Il fatto è che il quadro politico, almeno fino a qualche tempo fa, era abbastanza confuso, con Pd e M5S impegnati nella ricerca di una possibile intesa a livello capitolino e con il centrodestra fermo in attesa degli sviluppi nell’area giallo-rossa (politica e non romanista). 

E’ chiaro che un’intesa sia a sinistra che a destra avrebbe significato anche una ripartizione delle presidenze municipali, il che, almeno per il momento, non è avvenuto tra Pd e M5S mentre, presumibilmente, questa sarà trovata nel centrodestra. In questa situazione, è evidente che non era possibile affrontare il nodo Municipi, ma ora il problema è diventato d’attualità perché la vittoria in Campidoglio si ottiene anche e soprattutto con una analoga affermazione nel quindici Municipi cittadini. Così è avvenuto nelle scorse elezioni, quelle del 2016, che videro l’affermazione della pentastellata Virginia Raggi sia nel primo turno elettorale che al ballottaggio con il democratico Roberto Giachetti (il centrodestra si presentò diviso  e pagò per la sua frattura).

Attualmente la mappa colorata della città ci dice che il colore predominante è il giallo del M5S, che governa undici Municipi, mentre il rosso del Pd e dei suoi alleati ne amministra solo quattro. Ma nel 2016, quando i romani andarono alle urne per le amministrative, i pentastellati poterono vantare la vittoria in 12 dei 14 Municipi dove si votò (Il X fu chiamato alla consultazione un anno dopo, nel 2017, perché all’epoca era commissariato, e divenne anch’esso a guida grillina). Una vittoria schiacciante, che lascià al centrosinistra solo il centro cittadino, ovvero i Municipi I e II.

 Da allora, però, la situazione è cambiata. Nel corso di questi anni la fiducia nei cinquestelle è calata e, nel contempo, sono esplosi dissidi nei cinquestelle, sia a livello di Campidoglio che municipale il che ha portato, nel 2018, a nuove elezioni nei Municipi III (Montesacro) e VIII (Garbatella), entrambi a guida pentastellata, che con il nuovo voto hanno cambiato colore, dal giallo al rosso. E la debacle dei cinquestelle è stata attestata anche dall’essere sopravanzati dal centrodestra. Ma la crisi grillina ha avuto un seguito nel 2020, con i presidenti del Movimento del IV Municipio (Tiburtino, San Basilio, Pietralata e Casal dei Pazzi) e XI (Portuense, Gianicolense) sfiduciati dalle rispettive assemblee e commissariati.

Cosa succederà quest’anno con i romani alle urne? E’ presto per dirlo perché gli schieramenti non sono ancora delineati né ci sono candidature per i 15 Municipi. Ma il tempo a disposizione dei partiti si fanno sempre più stretti (anche perché ad agosto è difficile seguire gli elettori in vacanza, coronavirus permettendo).   

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