Cerra, “un tavolo per discutere il futuro di Roma”

Il presidente del Centro economia digitale chiama i politici dei principali partiti a unirsi per discutere sul destino della Capitale

Piazza Venezia (Foto Omniroma)

Le risposte già sarebbero arrivate. E sarebbero positive. Dopo quello voluto dall’ex ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, a breve potrebbe vedere la luce un nuovo tavolo per Roma. “Ma questa volta sarà diverso”, spiega in una intervista al dorso locale del Messaggero Rosario Cerra, presidente del Centro economia digitale. Il think tank che organizza l’iniziativa e  nel cui board siedono il ministro dell’Economia Giovanni Tria, l’ex preside della facoltà di Economia della Sapienza, Giuseppe Ciccarone e quello di Roma 3, Silvia Terzi.

“Le iniziative tentate fino ad oggi – continua – le potremmo definire di proposta. L’oggetto del nostro tavolo, invece, saranno gli stessi partecipanti al tavolo. Noi vogliamo chiamare a discutere del futuro di Roma i decisori politici. Al tavolo vogliamo che siedano e discutano coloro che hanno o che avranno una responsabilità politica sulla Capitale. Dai partecipanti uscirà il prossimo gruppo dirigente della città, l’idea è che si riesca a trovare un comune denominatore, una visione condivisa del futuro della città da attuare, ci mancherebbe, con le diverse politiche che ogni partito proporrà”.

Sono stati invitati tutti i principali partiti, dalla Lega al Pd, da Forza Italia ai Cinque Stelle ma sembra un compito arduo far discutere parti politiche tanto litigiose, persino quelle che governano insieme come Lega e Cinquestelle.

“Non è nostra intenzione entrare nell’arena della competizione politica. Per questo abbiamo deciso di organizzare il lavoro in modo da farlo finire dai 4 ai 6 mesi prima di qualsiasi elezione politica. E anche di entrare nel vivo della discussione solo dopo le elezioni europee”. Da dove si partirà è questione da definire con i partiti.

“Ma ci sarà sicuramente una prima fase analitica con un confronto tra Roma e le principali Capitali europee. Ci sono alcune cose, come i modelli istituzionali da riconoscere a una città come Roma sui quali credo che il minimo comune denominatore tra i partiti sia più semplice da trovare”, ha concluso Cerra.

© StudioColosseo s.r.l. - studiocolosseo@pec.it
Il Sito è iscritto nel Registro della Stampa del Tribunale di Roma n.10/2014 del 13/02/2014