Rebecchini (Acer): responsabilità penale da Covid-19 mette a rischio ripresa

"Trovare soluzioni condivise"

Sul tema dell’infortunio da Covid-19, il presidente di Ance Acer Roma, Nicolo’ Rebecchini, chiede che si trovino soluzioni condivise con tutti i rappresentanti del mondo del lavoro e del settore privato sopratutto, che tengano conto della difficolta’ di accertare i luoghi di contagio ma anche del fatto che la prima frontiera per verificare gli effetti delle riaperture nella fase 2 saranno le imprese private dal momento che i dipendenti della pubblica amministrazione operano ancora in lavoro agile.

Intervenuto al webinair “Contagio sul lavoro e possibili responsabilita’ datoriali: in attesa di un intervento normativo?”, Rebecchini ha spiegato: “Noi, durante tutto il periodo del lockdown non ci siamo esentati dallo svolgere il nostro ruolo, lo sanno tutti i tecnici e la Pubblica amministrazione. Il sistema impresa ha dovuto in ogni caso rimboccarsi le maniche, lo ha fatto in un momento di blocco totale e nonostante i rischi, per mettersi a norma con le misure di sicurezza. Il Covid e’ un problema mondiale con cui si stanno confrontando tutti, e’ un problema che neanche la medicina sa come andra’ a finire” ma “ci accorgiamo che esistono due pesi e due misure” perche’ “si sente ancora dire che forse non apriranno le scuole a settembre mentre si chiede ai privati di riaprire per le attivita’ all’aperto, i privati sono costretti a riaprire per necessita’ economiche. Mi chiedo se l’esercente che ha dato un aperitivo e’ responsabile di quello che succede in una piazza. Certamente no. Noi nel momento del picco epidemico ci siamo attrezzati ad andare avanti con le protezioni finche’ non ci sara’ il vaccino. Oggi pero’ – ha sottolineato Rebecchini – la pubblica amministrazione sta tutta a casa, gran parte dei dipendenti pubblici stanno tutti a casa, quindi le soluzioni vanno trovate e vanno richieste da tutto il mondo del lavoro, ordini professionali e da tutti coloro che dovranno confrontarsi con questo tema. Siamo preoccupati, abbiamo paura che imprese e settori industriali non riapriranno anche per questo rischio”.

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