Mazzette per chiudere gli occhi sui carenti lavori di chiusura di una voragine in piazza Albina (Aventino) e su altre omissioni avvenute nel centro storico. O ancora, tangenti ai funzionari dei Municipi di Roma per evitare verifiche su come venivano eseguiti la manutenzione stradale e il pronto intervento nel territorio della Capitale o per distrarsi su come veniva effettuata la (non) manutenzione dei marciapiedi e delle strade all’Eur.
Tredici gli imputati per i quali la Procura ha chiesto adesso il rinvio a giudizio, ma in passato altri cinque dirigenti e funzionari hanno patteggiato la pena o sono stati condannati in appello.
Gli inquirenti hanno calcolato che il totale dei soldi investiti in tangenti sarebbe stato di 616 mila euro: questo l’esito dell’inchiesta iniziata negli ultimi mesi del 2015 e che ha portato alla richiesta di rinvio in giudizio per nove funzionari del Campidoglio e tre imprenditori che secondo l’accusa avrebbero chiuso un occhio sulla carente qualità dei lavori sulle strade.
“Questo è quello che accade quando non si segue un modello di manutenzione che punti all’efficienza e alla garanzia del risultato -csommenta il presidente di Acer, Nicolò Rebecchini -Da sempre l’Acer chiede di effettuare una manutenzione straordinaria che superi l’attuale modello che si limita a ripristinare il solo manto superficiale: la programmazione degli interventi manutentivi, la successiva gestione, e soprattutto la migliore qualificazione degli operatori elimina alla radice l’annoso problema delle buche e gli effetti delittuosi di cui oggi leggiamo sui quotidiani”.