‘’Adesso basta, abbiamo sopportato fin troppo: questo ignobile scaricabarile sui rifiuti di Roma deve finire e qualcuno deve pagare. Sono anni che se ne parla e si fanno promesse ma poi non cambia niente, anzi la situazione peggiora. E non si tratta di uno scherzo ne solo di decoro cittadino, si tratta di salute pubblica. Pertanto, con tutto il rispetto, è ora che si faccia sentire la Procura della Repubblica di Roma la cui competenza e diligenza è certamente fuori discussione e che, proprio per questo, ha certamente uno o più fascicoli aperti per accertare le responsabilità di questa vergognosa situazione che ormai dura da troppi anni’’. Lo scrive su ‘’Il Corriere della Sera’’ il magistrato, già parlamentare europeo per il Gruppo Verde, Gianfranco Amendola.
‘’Del resto – aggiunge – ci sono precise regole, europee e italiane, da cui risultano con chiarezza obblighi e doveri dei Comuni, delle Regioni e dello Stato per quanto concerne la gestione dei rifiuti urbani. Regole che evidentemente a Roma sono disattese da anni. E ci sono decine di sentenze di Cassazione ove si afferma il principio che «il delitto di omissione di atti di ufficio è integrato, ogni qualvolta si configuri una situazione di fatto che qualifichi l’alto omesso come dovuto».
‘’E di certo – prosegue Amendola – non si tratta di omissioni colpose visto che durano da anni e ci sono state innumerevoli sollecitazioni ad intervenire. Non a caso, un anno fa, la Suprema Corte ha confermato la condanna di un sindaco che «ha rifiutato di intervenire a fronte di formali sollecitazioni prospettanti la sussistenza di quella particolare situazione concreta (la presenza di rifiuti accatastati a cielo aperto in prossimità di abitazioni limitrofe) che rendeva indifferibile l’adozione dell’atto d’ufficio (nella specie: ordinanza contingibile e urgente) imposto dalle più volte ricordate esigenze di protezione sanitaria», aggiungendo che «le difficoltà economiche in materia di rifiuti non integrano causa di giustificazione e di non esigibilità» dato che «la gestione dei rifiuti e delle connesse e consequenziali attività costituiscono un’assoluta priorità, in quanto incidono su interessi di rango costituzionale, come la salute dei cittadini e la protezione delle risorse naturali, sicché non ha rilievo giuridico l’insufficienza delle risorse, dovendo le stesse essere destinate in via prioritaria al soddisfacimento delle anzidetto esigenze, rispetto ad altre».
‘’Ovviamente, questo non significa –conclude Amendola – che il responsabile è sempre il sindaco, in quanto, se pure è vero che ñ lui il primo garante della salute pubblica nel suo Comune, è anche vero che rimpallo delle competenze chiama in causa anche Regioni e Stato. Ma è proprio su questo che deve farsi sentire la Procura che, esaminando gli arti e le comunicazioni della pubblica amministrazione, può e deve accertare le reali responsabilità emissive nel caso dei rifiuti romani, identificando i responsabili, politici o funzionari che siano’’.