Articolo tratto da La Repubblica Roma
di Gabriella Cerami
Serrande che si abbassano e luoghi di informazione e socialità che si spengono. Nelle periferie di Roma piano piano spariscono, nel centro storico resistono ma non si sa ancora per quanto tempo.
Nella già difficile vita delle edicole è entrato a gamba tesa il nuovo codice della strada pertanto, nel primo Municipio, su un totale di 159 punti vendita di quotidiani e periodici quattordici sono stati rimossi nel corso di quest’anno e trentasette sono a rischio chiusura o trasloco a spese dell’edicolante.
Spese che però il titolare dell’attività non può sostenere e che il Comune non intende affrontare. Per questo, in alcuni casi, l’unica via potrebbe essere la chiusura.
Non si parla di crisi economica, piuttosto di questioni tecniche che coinvolgono l’edicola di piazza Trilussa, quella di piazza Navona, due di piazza dei Cinquecento e anche i chioschi di via Cavour, via del Tritone, via Oslavia, viale Aventino, piazzale degli Eroi, per citarne solo alcuni.
A due passi dalla fermata della metro Lepanto, ad angolo tra Viale Giulio Cesare e via Marcantonio Colonna, c’è un chiosco con tanto di insegna che fiera recita: «Edicola Gregori dal 1910».
Ora anche questa è tra quelle che le tabelle del Piano del commercio, redatto dal primo Municipio, segnalano come «incompatibile» secondo studi urbanistici effettuati.
In pratica la sua collocazione non è compatibile con quanto prevede la delibera capitolina approvata nel febbraio scorso riguardo le edicole, in quanto queste attività non possono più, per legge, essere collocate all’angolo di due vie, vicino alle stazioni della metro, alle strisce pedonale e ai semafori.
«E pensare che è stato il Comune a spostare l’edicola proprio qui quando su via Marcantonio Colonna è stata realizzata la pista ciclabile», racconta il titolare, Roberto, indicando il punto esatto in cui si trovava questa struttura molto conosciuta nel quartiere anche perché, per rinnovarsi ed essere al passo con i tempi, è diventata anche un luogo in cui è possibile richiedere i certificati amministrativi.
Intanto si avvicina una turista che chiede indicazioni su come raggiungere il Vaticano. Roberto risponde fornendo le coordinate: «Capito? Noi facciamo anche questo, offriamo un servizio, gratuito, siamo un punto di riferimento per il quartiere, posso spostarmi di qualche metro ma non posso andare in un’altra zona».
Il Municipio sta lavorando per trovare una soluzione per queste trentasette edicole che non si possono ricollocare a una distanza di cinquanta o cento metri da dove si trovano adesso ed è per questo che sono state considerate «incompatibili».
Quando a novembre sarà approvato il piano del commercio inizierà il dialogo con i singoli edicolanti, per adesso ci sono state solo interlocuzioni informazioni.
Ruber, titolare dell’edicola di fronte all’uscita della metro Ottaviano, racconta che gli è stato chiesto «di collocare l’edicola in verticale e non in orizzontale come è adesso. Per me va bene, ma deve pagare il Comune». Spesa tuttavia non prevista dal bilancio capitolino. Di fronte a un rifiuto l’alternativa è la serrata.