Acea, ecco la strategia di Donnarumma e i dubbi della Raggi

Ad un anno di distanza, migliora la performance della società controllata dal Campidoglio. Ma il rapporto resta difficile

Dalla battaglia del sindaco Virginia Raggi contro l’amministratore delegato Alberto Irace ne è passato di tempo. E in Acea si avvicina già il momento di un primo bilancio: il 14 marzo l’azienda controllata dal Campidoglio svelerà i risultati raggiunti nel primo anno della gestione del successore di Irace, Stefano Donnarumma. Non senza polemiche, visto che, secondo il quotidiano La Repubblica, la Raggi avrebbe rimproverato a Donnarumma la decisione di affidare le relazioni esterne a Massimiliano Paolucci, ex manager della comunicazione in Telecom sotto Marco Tronchetti Provera con un passato in Aeroporti di Roma e Condotte. Chiacchiere da bar, secondo alcune fonti interne alla multiutility capitolina. Ma anche un segno chiaro dell’altissima attenzione per un’azienda che si occupa di acqua, di elettricità e ora anche di banda ultralarga grazie ad un’intesa siglata con Open Fiber, controllata da Cdp e Enel. Di certo per ora c’è solo il fatto che il lavoro da fare in Acea non manca e la gestione Donnarumma è intenzionata a sfruttare a pieno le capacità dell’impresa che resta tuttavia pesantemente indebitata con una posizione finanziaria netta negativa per 2,487 miliardi nei primi nove mesi del 2017.

Va detto che se i debiti restano una pesante eredità, la gestione Donnarumma mostra segni di miglioramento: da gennaio a fine settembre, Acea ha visto lievitare l’utile netto del 16% a 173 milioni su un fatturato da oltre 2 miliardi. Ha migliorato il margine lordo del 10% a 626 milioni e ha mantenuto investimenti in linea con il 2016 mettendo sul piatto 530 milioni per l’intero esercizio. Tutto questo in un contesto peraltro assai delicato: durante l’estate la società si è infatti trovata ad affrontare la grave emergenza idrica della capitale legata a doppio filo con la diminuzione delle piogge e ha dovuto mettere in atto un piano straordinario per recuperare le perdite. “Tra metà luglio e fine agosto Acea ha ispezionato tutta la rete idrica della città (5.400 km) e realizzato circa 2.300 interventi – spiega la nota sui risultati dei nove mesi – Il tasso di perdita si è ridotto da circa il 45% a quasi il 37 per cento. In condizioni di normalità l’approvvigionamento di acqua a Roma è di 17 mc/sec. Acea ha assicurato la continuità del servizio nonostante la siccità abbia ridotto tale disponibilità di di oltre 2 mc/sec”. Non poco, ma certamente non abbastanza per garantire il raggiungimento degli obiettivi fissati dal management nell’ambizioso piano industriale al 2022.

Non a caso la società ha comunicato al mercato “un piano di forte discontinuità che prevede un deciso potenziamento degli investimenti infrastrutturali sia nel settore idrico sia in quello elettrico”. Di che cosa si tratta esattamente? Di un progetto, come ha spiegato Donnarumma, per “un gruppo industriale che deve e vuole tornare alla sua originaria vocazione: gestire infrastrutture, renderle più resilienti e realizzarne di nuove sempre più performanti ed efficienti, cavalcare l’innovazione, praticare una sana disciplina finanziaria, coltivare una grande attenzione per l’ambiente e remunerare bene i propri azionisti”.

Quattro i pilastri alla base del rilancio del gruppo: forte crescita industriale grazie allo sviluppo di infrastrutture e ad un maggior focus sul cliente, una costante attenzione al territorio, innovazione tecnologia ed efficienza innovativa. Parole che il management ha intrecciato con target numerici: Donnarumma si aspetta di realizzare 3 miliardi di investimenti in infrastrutture nel giro di tre anni. Questo contribuirà ad una crescita media del margine lordo pari al 6% con il raggiungimento della soglia del miliardo nel 2020. Musica per le orecchie dell’amministrazione capitolina visto che i dividendi attesi nell’arco del piano sono stimati attorno ai 700 milioni con un piano di remunerazione degli azionisti pari al 50 per cento. Non resta quindi che attendere per vedere se la gestione Donnarumma funziona. Un segnale importante per il Campidoglio che ha fatto di Acea una delle battaglie più importanti in difesa del territorio e dei cittadini. E dei conti del Comune, visto che la partecipata contribuisce positivamente al bilancio del Campidoglio con le sue ricche cedole.

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