Nella sede dell’ACER grande affluenza al seminario organizzato in concomitanza con l’approvazione del decreto sulla digitalizzazione negli appalti pubblici, che stabilisce anche la road map per la completa introduzione nel 2025 del ‘’BIM’’, Building Information Model, ossia la nuova piattaforma di progettazione digitale. Il Presidente Nicolò Rebecchini e la Vice presidente al Centro Studi, Gioia Gorgerino, introducendo i lavori, hanno sottolineato come il passaggio all’Edilizia 4.0 offra una grande opportunità per migliorare le performance complessive del settore e per l’internazionalizzazione.
Edoardo Bianchi, Vice presidente ANCE con delega alle Opere Pubbliche, sia pure dichiarandosi apertissimo alla digitalizzazione del comparto, non ha mancato di sottolineare per ora l’interminabile iter e in sostanza ‘’il fallimento del codice degli appalti determinato da chi l’ha fatto nascere’’, elencando le deroghe che si sono rese necessarie per realizzare nei tempi utili recenti opere pubbliche da quelle del G7 di Taormina, ai mondiali di sci a Cortina nel 2021, alle universiadi del 2019 a Napoli, nonché i lavori per la ricostruzione post terremoto, dove è stata data la possibilità anche alle diocesi di appaltare fino a 5,2 milioni con procedura negoziabile, senza bando, molto simile alla trattativa privata.
Ascoltate con particolare interesse l’esperienza e la testimonianza di chi nel privato ( Astaldi), nel pubblico ( Agenzia del Demanio e Provveditorato Interregionale Lombardia ed Emilia Romagna) e nel mondo accademico ( La Sapienza e Politecnico di Milano) hanno da tempo affrontato le problematiche e i vantaggi legati alla digitalizzazione di questo settore, ormai una via obbligata come per tutta l’industria.
In particolare Michele Suriani, responsabile servizi tecnici Agenzia del Demanio, Direzione Roma Capitale, ha sottolineato l’impegno verso il mondo ‘’BIM’’, dagli interventi di edilizia alla manutenzione. ‘’Un segnale dovuto – ha rilevato – da chi gestisce il patrimonio con accuratezza: 166 cantieri aperti per 350 milioni.’’ Lazio e Roma, che rappresentano ben il 30 per cento del patrimonio dello Stato di 45.000 per un valore totale di 60 miliardi, sono particolarmente seguiti dall’Agenzia del Demanio .’’Abbiamo a disposizione 170 milioni di euro – ha annunciato Suriani – con un programma nel triennio di 20 bandi aperti per lavori per un complessivo valore d’asta di circa 114 milioni di euro.’’ Alcuni di questi bandi partiranno già dai prossimi mesi e interesseranno l’immobile cinquecentesco Casale Strozzi, situato a piazzale Clodio, sede Corpo Forestale, ora carabinieri; il recupero dell’ex Cerimant come centro culturale a Tor Sapienza, sulla via Salaria l’immobile dell’ Agenzia delle
delle dogane e monopoli che verrà demolito e ricostruito, la stessa sede del MIT sulla Nomentana e le sedi dell’Agenzia del Demanio, quella centrale di via Barberini e la regionale di via Piacenza.