Affitti brevi, nuove norme per Roma ma non tutti sono contenti

Nella Capitale una miriade di strutture alternative, scontro sul numero di notti minime e sui posti letto sulle strutture

A Roma ci sono circa 18 mila tra bed and breakfast, airbnb. E un turista su due decide di alloggiare in strutture alternative ai classici alberghi. Una giungla, che non sarà facile controllare, nemmeno dopo la nuova legge sugli affitti brevi, voluta dalla ministra Santanchè, che il governo si appresta a varare. Federico Traldi, presidente dell’associazione Albaa, che raggruppa i gestori delle strutture extra alberghiere del Lazio, guarda il bicchiere mezzo pieno: “Nella norma serve indicare i posti letto nelle singole strutture, altrimenti come si fa a controllare?”. Federalberghi è invece scontenta.

Almeno due notti nelle città metropolitane 

Ma cosa dice la bozza di legge sugli Airbnb? C’è l’obbligo nei centri storici delle città metropolitane di una permanenza di almeno due notti; un codice identificativo nazionale per ogni immobile a uso da affittare per turismo; e poi l’obbligo di segnalare l’inizio dell’attività per tutti coloro che ne vogliano fare un’attività imprenditoriale, con multe fino a 10mila. Per Albaa quindi al codice identificativo andrebbe accompagnato il numero di posti letto della struttura per far sì che la norma sia davvero efficiente.

Federalberghi: norme non sufficienti a evitare il degrado

Per il Presidente di Federalberghi Roma Giuseppe Roscioli la proposta di legge deve purtroppo, allo stato, considerarsi molto deludente: “Imporre soggiorni non inferiori a 2 notti alle locazioni brevi non impatta in alcun modo sul problema della lealtà della concorrenza: in un Paese in cui la permanenza media negli esercizi ricettivi è di 3,3 notti suona anzi quasi come una beffa per chi esercita attività imprenditoriale secondo le regole. Anche le multe proposte non costituiscono in questi termini un serio deterrente. In una città come Roma, che sta subendo da anni un’impressionante desertificazione del proprio centro storico e non solo, servono subito norme in grado di restituire ai cittadini e agli studenti fuori sede un’equa disponibilità degli alloggi”.

La ministra Santanché dice no a un limite di giorni durante l’anno

Nulla di fatto invece per un limite massimo di giorni da dedicare all’affitto durante un anno intero. Avviene in tante altre capitali europee, ma per Roma non se ne farà nulla. Sarebbe stata la stessa ministra del Turismo Santanchè a opporsi, perché, avrebbe detto, non si possono mettere limiti alle imprese. La maggioranza alla Camera ha approvato una mozione che s’impegna tra l’altro il governo a coinvolgere i privati per realizzare residenze universitarie e calmierare il costo degli affitti, agire sulla cedolare secca per concedere sgravi agli studenti, privilegiare il criterio del merito per l’accesso alle residenze universitarie, evitare l’aumento canoni e aumentare gli alloggi per gli studenti fuorisede.

© StudioColosseo s.r.l. - studiocolosseo@pec.it
Il Sito è iscritto nel Registro della Stampa del Tribunale di Roma n.10/2014 del 13/02/2014