Nel Lazio nel 2024, secondo una elaborazione di Coldiretti su dati Istat, sono stati prodotti un milione e 470 mila ettolitri di vino, superando di circa mezzo milione di ettolitri la produzione del 2023 che si era fermata a 981.700. Secondo i dati elaborati da Coldiretti a guidare il quadro regionale c’è Roma con la sua provincia: sul territorio capitolino i vigneti occupano un’area di 10.700 ettari e nel 2024 hanno prodotto quasi un milione di ettolitri, 960.700 per l’esattezza, in crescita rispetto all’anno precedente (893.770 ettolitri). Segue Latina, dove la produzione di vino è quasi raddoppiata. Nella campagna vitivinicola 2024 nel pontino sono stati prodotti complessivamente oltre 231.400 ettolitri, contro i 134.900 dello scorso anno. La superficie utilizzata a vigneto nella provincia pontina è di oltre 4.300 ettari. Al terzo posto Viterbo che ha raggiunto un totale di 144.600 ettolitri, anche se qui la produzione, a causa della peronospora, è stata leggermente più bassa dello scorso anno quando si erano registrati 144.900 ettolitri. La superficie utilizzata a vigneto nel viterbese è di circa 2.500 ettari.
Netto recupero, invece, per la provincia di Frosinone dove – dopo una produzione fortemente danneggiata dalla peronospora che aveva portato nella stagione 2023/2024 a una produzione di poco più di 58.200 ettolitri – quest’anno il vino risale con oltre 102.500 ettolitri prodotti, anche se il frusinate resta sotto la media annuale che nel 2022 aveva raggiunto oltre 135.400 ettolitri. La superficie totale utilizzata a vigneto nella zona è di circa 2.300 ettari. Chiude la classifica del Lazio Rieti con la sua provincia, dove le conseguenze della peronospora non hanno inciso particolarmente. Quest’anno, infatti, è stata raggiunta la produzione di 31.800 ettolitri a fronte dei 30.500 dello scorso anno e dei 31.700 del 2022. La superficie utilizzata a vigneto nel reatino è di circa 550 ettari. Nonostante i dati di quest’anno sembrino essere in media con le annate migliori resta, nel settore, un clima palpabile di incertezza legata alla peronospora, una malattia fungina che, agevolata dalle condizioni climatiche sempre più estreme, attacca le viti riducendone le capacità produttive fino quasi ad azzerarle come accaduto nella stagione 2022/2023.
Dai 20 mila ettari coltivati nel Lazio con 82 diversi vitigni di cui 35 autoctoni si producono 36 vini tra Dop, Igp e Docg. La regione è sesta in Italia per prodotti certificati, con 27 Dop, 3 Docg e 6 Igp. Le 19 mila aziende del territorio che fanno confluire il prodotto nelle 450 cantine hanno prodotto negli ultimi tre anni un fatturato annuo medio pari a 230 milioni. “Quest’anno nel Lazio siamo tornati ai livelli di normalità per la produzione di vino, dopo gli ingenti danni causati dalla Peronospora, che comunque ha compromesso la capacità produttiva dei vigneti, soprattutto in alcune zone della nostra regione”, spiega il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri. “Abbiamo subito chiesto lo stato di calamità e ottenuto finanziamenti per il settore – aggiunge -. La produzione resta, però, costantemente a rischio a causa degli effetti causati dai cambiamenti climatici. Un fattore che ha inciso anche sui costi di produzione, riducendo i margini e la redditività delle aziende. In questa campagna vitivinicola la vendemmia è scattata in largo anticipo e non è mai stata così precoce per effetto dei cambiamenti climatici con il caldo e la mancanza di pioggia, che hanno accelerato la maturazione delle uve. La qualità del vino si conferma ottima”.