AMA/dimissioni Bina: al TG1 fa notizia, male alla RAI

Alla vigilia delle elezioni politiche le notizie delle città pentastellate, come l’azienda romana dei rifiuti o il degrado urbano, inondano i telegiornali.

Il TG1 della Rai delle 20 con una media intorno ai 4 milioni di spettatori è il più importante telegiornale nazionale ed è certamente merito del Direttore, Andrea Montanari, e della redazione, la popolarità della testata della cosiddetta rete ammiraglia del servizio pubblico.

Questi numeri e meriti stonano però quando il TG1, come avvenuto ieri sera, fra le principali notizie da raccontare agli italiani sceglie le dimissioni del direttore generale dell’azienda di rifiuti romana, l’AMA, da affiancare alle reazioni per la beffa subita da Milano per sorteggio della sede dell’azienda europea del farmaco a favore di Amsterdam.

Entrambe notizie locali, ma di ben diversa portata a livello nazionale. La sconfitta di Milano e il mancato indotto vogliono dire una perdita di molti miliardi e migliaia di posti di lavoro anche a livello nazionale. L’uscita del direttore generale dall’AMA per la scarsa sintonia col nuovo presidente, nota del resto da tempo, è una faccenda che può preoccupare i romani e la loro immondizia, ma non bastano le origini vogheresi di Stefano Bina per farne un caso nazionale.

Avere affiancato questa notizia anche alle dimissioni del presidente Carlo Tavecchio e all’ipotesi di commissariamento della Figc, non può nemmeno essere giustificato dallo serrato turn over di manager delle aziende del comune di Roma, guidato dalla sindaca Virginia Raggi. Anche tenuto conto della nuova gerarchia delle notizie, influenzata dalla Rete che premia l’emozione rispetto all’importanza, è difficile trovare delle ragioni per affiancare l’ennesimo flop della Raggi con l’ultimatum di Gentiloni ai sindacati o le difficoltà della Merkel per fare il governo in Germania.

Non sarà forse l’appartenenza al M5S di Virginia Raggi e della giunta romana a dar maggior peso alla notizia? Il sospetto è suffragato dall’evidenza che viene data al degrado sociale delle città amministrate dai Cinquestelle, meritoria se fosse affiancata da analoghe situazioni altrove. Invece Milano, per non parlare di Firenze, sono lasciati dai TG della Rai in una sorta di limbo.

Con l’avvicinarsi delle elezioni politiche, la par condicio suoi media diventa sempre più legata alla professionalità dei giornalisti, tanto più a quelli della Rai per la sua grande audience, che sono tanti e bravissimi, purché non si lascino distrarre, com’è successo per le dimissioni all’AMA, da quei pochi, che barattano la professionalità col potere. Contribuendo a fornire una pessima immagine del servizio pubblico anche in chi non vota il MoVimento di Grillo.

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