Il cda di Ama ha approvato le linea guida del nuovo piano industriale, attraverso il quale l’azienda pubblica punta a raggiungere l’ autosufficienza impiantistica e a diventare operatore industriale di riferimento per l’economia circolare.
“Da mero ‘raccoglitore di rifiuti’ – scrivono in un nota – a ‘produttore di materie prime seconde’.
Il primo ambizioso obiettivo è portare la qualità dei servizi di igiene urbana “al livello delle più virtuose capitali europee, non solo con una decisa accelerazione della raccolta differenziata domiciliare, la radicale rimodulazione della raccolta stradale e il potenziamento dei centri di raccolta per i rifiuti ingombranti e ‘particolari’, ma anche con una profonda riorganizzazione aziendale”.
Non a caso il piano industriale include anche ‘Ama di Municipio’ che saranno oggetto di “un nuovo assetto organizzativo articolato in specifiche strutture di ‘area’, con ruolo di interfaccia nella gestione tra azienda, Municipi e utenti”.
Punto di forza del piano industriale è l’assetto impiantistico. “Già prima dell’incendio del Tmb Salario gli impianti aziendali coprivano meno del 25 percento del fabbisogno di trattamento dei rifiuti raccolti nella città di Roma”. Mentre oggi si punta a eliminare “la dipendenza da terzi prevedendo la realizzazione di 13 nuovi impianti: 3 impianti per il trattamento degli scarti organici, 3 per il trattamento di plastica e metalli, 2 fabbriche dei materiali in sostituzione dei Tmb, 4 per materiali specifici (Raee, terre di spazzamento, materassi, pannolini) e 1 per la vetrificazione degli scarti di trattamento”.
Un nuovo sistema impiantistico che dovrebbe riuscire a trattare ogni anno 880 mila tonnellate di rifiuti e materiali riciclabili. Ma Ama guarda anche alla raccolta differenziata, prevedendo che “entro i prossimi cinque anni si punta ad intercettare quasi 500mila tonnellate in più di materiali da avviare a riciclo. Nel processo, oltre al ‘porta a porta’, verrà innestato il programma per circa 1.000 ‘domus ecologiche’ (aree ad accesso riservato e controllato al servizio di utenze condominiali o piccoli nuclei abitativi) e la riorganizzazione della raccolta di prossimità su strada, anche attraverso l’introduzione di soluzioni tecnologiche per l’applicazione futura della tariffa puntuale”.
“L’autosufficienza impiantistica – ha affermato il presidente di Ama Lorenzo Bagnacani – è un fattore strategico per l’azienda pubblica e rappresenterà la vera rivoluzione per Roma Capitale”