Ambulanti: da via Cola di Rienzo non ci spostiamo

Gli ambulanti sul piede di guerra dopo la decisione di trasferire le bancarelle da una delle vie più commerciali di Prati

Presidio ambulanti (Foto Omniroma)

La decisione di Ferragosto della sindaca Virginia Raggi di spostare le 16 bancarelle ( 12 rotazioni e 4 posti fissi) incontra l’immediata opposizione dei titolari dei banchi. Nonché quella di Sabrina Alfonsi, la presidente del I Municipio, municipio che dovrebbe attuare gli atti gestionali entro 20 giorni e «riconvertire le licenze anomale».

“Non ammettiamo proprio – attacca su ‘Il Corriere della Sera’ il presidente della Piva (Federazione italiana venditori ambulanti e su aree pubbliche) Confcommercio, Valter Papettì – che la sindaca sposti le rotazioni da via Cola di Rienzo perché lì ci sono i negozi e le bancarelle sarebbero in contrasto con le vetrine. Non possiamo accettare il trasferimento perché è una “discriminazione” del commercio su aree pubbliche: in tutte le città d’arte e nelle grandi città le bancarelle stanno nelle vie commerciali”.

Eppure la Fiva Confcommercio si è sempre dichiarata disposta a trattare. E anche questa volta Papetti afferma che gli ambulanti “sono disponibili a venire incontro al decoro, a ridurre gli spazi, ad allestire un banco tipo, a spostare dalla via i furgoni”, ma di “essere deportati o ghettizzati a fianco della linea A della metropolitana non ne vogliamo assolutamente sapere. Anche perché la zona non ha lo stesso valore commerciale”.

E pur ammettendo che in effetti alcune soste andrebbero riviste e riposizionate, tanto più che quelle di via Cola di Rienzo sono regolari “ogni decisione va concordata”. “Pronti a fare qualsiasi ragionamento – conclude Papetti ma non è questo il momento di procedere dopo un periodo lunghissimo in cui le merci varie non hanno lavorato”.

Particolarmente dura la posizione dell’Ana, l’Associazione nazionale ambulanti, che tramite i suoi avvocati già nel mese di luglio ha inviato una diffida alla sindaca, all’assessore al commercio Andrea Coia e ai dirigenti del dipartimento, con una serie di motivazioni che vanno dall’abuso di atti d’ufficio all’attività persecutoria: “A questo punto – afferma Angelo Pavoncelle, il vicepresidente nazionale – c’è un vero e proprio stalkeraggio nei nostri confronti. Un accanimento contro una categoria di lavoratori che da sempre paga le tasse e il suolo pubblico. E la sindaca nonostante la diffida continua ad accanirsi a pochi giorni dallo scioglimento del consiglio comunale. In Campidoglio dichiarano di farlo per il decoro mentre tutti sanno benissimo come è ridotta questa città”.

E la presidente del I Municipio , che già una volta si è scontrata con la Raggi sull’argomento conclude: “Anche il cittadino più distratto capisce che il provvedimento licenziato dalla giunta è soltanto uno specchietto per le allodole a fini elettorali. Il riordino del commercio su area pubblica è un piano generale e dovrebbe essere attuato contestualmente anche per non creare disparità di trattamento tra gli operatori. Intimare lo spostamento di queste bancarelle non risolve il problema del decoro della città”.

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