Atac, 22 marzo sarà ‘giovedì nero’: nuovo sciopero di 24 ore

indetto dai sindacati Orsa e Faisa Confail: “contro soluzione concordato, é strada senza ritorno”

Nuovo giovedì nero per i trasporti nella Capitale. Per il prossimo 22 marzo, infatti, é stato i detto un nuovo sciopero di 24 ore in Atac.

“Siamo stati subito contro la soluzione del Concordato. Perché è una strada molto difficile da portare a termine. Soprattutto senza ritorno. Se qualcosa va storto Atac fallisce. Se invece dovesse andare a buon fine Atac avrebbe risolto i problemi del debito pregresso con i fornitori ma rimarrebbe inalterato quello con banche ed istituzioni oltre a quello di esercizio che, al momento, somma circa un miliardo complessivo. Quindi Atac continuerebbe a camminare sull’orlo del baratro. Sempre che i fornitori decidessero di continuare a garantire i pezzi di ricambio accettando di aprire una nuova linea di credito”. Così in una nota i sindacati Orsa e Faisa Confail spiegano i motivi dello sciopero di 24 ore in Atac indetto per il 22 marzo.

“Perché aveva bisogno di essere supportata da un piano industriale che garantisse il cash necessario al ristoro annuo, per i prossimi quattro anni, dei creditori. Soldi che, temevamo, sarebbero stati presi dalle tasche dei lavoratori – continuano i sindacalisti – E così è stato, palesato da un vergognoso piano industriale sottoscritto dalle solite organizzazioni sindacali. Nell’ultimo ventennio un lavoratore del Tpl romano ha dovuto (suo malgrado) assistere inerme al saccheggio quotidiano della sua azienda (Metro-Trambus e poi Atac) messo in atto da dirigenti eterodiretti dalla politica romana e dalle sue damigelle sindacali aziendali, attraverso inutili consulenze, appalti milionari, assunzioni di amici ed amici degli amici, amanti, famigliari, sodali di partito e sindacato, aumenti di parametri, migliaia di ricostruzioni di carriera per i sindacalisti, con il servizio che scadeva sempre più a livelli disastrosi. Per oltre un ventennio il nostro lavoratore ha dovuto sopperire in prima persona alla mancanza di programmazione e alla diminuzione costante delle risorse economiche destinate al rinnovo e alla manutenzione dei mezzi circolanti attraverso il sacrificio della sua vita personale e alla quotidiana collaborazione e buona volontà. Da oltre un ventennio un lavoratore Atac è costretto a guidare ed ammalarsi (percentuale di malattie professionali più alta d’Italia) mezzi vecchi e malandati, su strade massacrate da buche e voragini, in mezzo ad un traffico caotico, utilizzando le poche corsie preferenziali intasate di auto blu e percorse da tutti, con autobus e metropolitane stracolmi di passeggeri furenti e pericolosi quando salta una corsa o per il modo per come sono costretti a viaggiare, che lavora quotidianamente nelle gallerie della metropolitana sature di polveri inquinanti (perché non viene fatta la depolverizzazione), criminalizzato quotidianamente dalla stampa prezzolata al servizio di lobby interessate a prendersi Atac con due soldi. Orbene di fronte a tutto questo la nuova politica romana ha seguito pedissequamente le orme di quella vecchia decidendo di far pagare al lavoratore (120 euro medi mensili e aumento generalizzato dei carichi di lavoro!!) i danni provocati da una classe politica romana incapace e corrotta. Al contrario delle solite damigelle sindacati aziendali e di quelle organizzazioni sindacali che da settembre osservano un complice silenzio, per noi tutto questo è ingiusto e insopportabile”.

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