L’azienda capitolina per il trasporto pubblico, Atac, dopo cinque anni esce dal concordato e torna a fare investimenti. Ad annunciarlo, stamattina, in Campidoglio, il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, e l’assessore capitolino ai Trasporti, Eugenio Patané. Per ottenere il risultato la dirigenza di Atac e il Campidoglio hanno lavorato su quattro voci di finanziamento: l’incasso dei crediti residui per 24 milioni verso Roma Capitale, fermi da lunghissimo tempo e che attraverso il lavoro degli uffici sono stati sbloccati e pagati, il recupero di 23 milioni dalla vendita di immobili strategici al piano depositi e alle politiche della mobilità e quello di quasi 15 milioni dalla chiusura, dopo 13 anni, della transazione tra Roma Capitale e la società Roma Tpl.
L’operazione ha permesso in poco più di un anno di recuperare quasi 180 milioni per permettere ad Atac di estinguere i debiti con i creditori chirografari, con un fabbisogno residuo, al 30 novembre 2022, di 117 milioni di euro. Il primo intervento di peso che verrà realizzato, a partire dal nuovo anno, è la pubblicazione di una gara da 500 milioni di euro per l’acquisto di nuovi tram: le prime vetture circoleranno in città entro il Giubileo del 2025. In cinque anni sono stati 17.100 i creditori e 300 mila i crediti gestiti. Nel documento dei commissari del tribunale, di accettazione della chiusura anticipata del concordato al 31 dicembre 2022, si legge: “Esprimiamo vivo compiacimento per la conclusione positiva e anticipata del piano concordatario”.
“Stiamo parlando della chiusura di una procedura che incombeva su Atac dal 2017, partita con 1,3 miliardi di debito e con la nuova amministrazione che si è trovata un fardello di 180 milioni da trovare in un anno”, ha spiegato Gualtieri. “Adesso Atac – ha aggiunto – riacquisisce capacità finanziaria e di investimento, può tornare a bandire gare, può impegnarsi su nuove frontiere di sviluppo e di business, in particolare in ambito tecnologico che è per noi fondamentale nel quadro della Mobility as a Service, e può prevedere nuovi investimenti senza necessità di accantonamenti. Aver portato a termine un’attività di questa portata nell’arco di un anno è un risultato storico”.
Per l’assessore Patanè, la chiusura positiva del concordato “rappresenta il presupposto fondamentale per gli obiettivi che la giunta ha posto al centro del proprio progetto politico di miglioramento della mobilità pubblica e collettiva a scapito del trasporto privato. Chiudere positivamente il concordato è estremamente importante anche perché nell’orizzonte temporale di quattro anni che sarà posto alla base del nuovo contratto di servizio, Atac sarà chiamata a completare il processo di risanamento economico-finanziario e a migliorare in modo progressivo e costante le proprie performance quantitative e qualitative di servizio. Con la chiusura del concordato, dal primo gennaio 2023 l’azienda potrà tornare finalmente a fare grandi investimenti”.
Soddisfazione è stata espressa anche dal direttore generale di Atac, Alberto Zorzan: “Esprimiamo vivo compiacimento per la conclusione positiva e anticipata del piano concordatario, ora potranno riprendere investimenti e altre attività a partire dalla possibilità di lanciare una gara da mezzo miliardo per i tram, la più importante in Europa. Inoltre, rinnoveremo anche il deposito di Porta Maggiore oltre ad attrezzare il nuovo nell’ex Centro Carni”.