“Roma e’ pronta”. Pietro Calabrese, assessore alla Mobilita’ di Roma Capitale ne e’ sicuro. Dal 4 maggio, come deciso dal decreto della presidenza del consiglio di ieri, partira’ la fase 2 dell’emergenza coronavirus e uno dei nodi cruciali da risolvere nelle metropoli per ripartire evitando che faccia lo stesso anche il contagio e’ quello del trasporto pubblico. Questa mattina l’assessore ha fatto un sopralluogo alla fermata della metro C San Giovanni dove venerdi’ scorso e’ stato effettuato un test per gli accessi contingentati alla stazione per garantire la distanza interpersonale di un metro e dove sulle banchine e’ stata gia’ disposta una segnaletica adesiva a pallini blu per indicare agli utenti la distanza da rispettare in attesa dei treni. Dati certi ancora non ci sono perche’, ha spiegato Calabrese “Siamo in attesa di definire esattamente il numero dei passeggeri che potranno essere trasportati in accordo con la Regione”, ha spiegato Calabrese che questo pomeriggio incontrera’ il suo omologo regionale Mauro Alessandri. Ma con il dpcm di ieri comunque e’ gia’ stata stabilita un’importante novita’.
“Il decreto – ha proseguito Calabrese – ha accolto la nostra richiesta di obbligo delle mascherine a bordo dei mezzi pubblici e questo ci dara’ l’opportunita’ di trasportare anche piu’ persone”. In pratica, inizialmente Roma Capitale ed Atac avevano previsto che per mantenere in ogni direzione la distanza interpersonale di un metro ogni utente dovesse avere intorno a se’ un’area di 4 metri quadri, con l’obbligo delle mascherine, invece, l’area potrebbe essere ridotta a due (50 cm per direzione) o addirittura a 1,5 metri quadri. In questo modo il numero massimo di utenti che potranno salire su bus e treni potra’ essere maggiore. “Quanto – ha spiegato Calabrese – lo sapremo solo nelle prossime ore quando chiuderemo l’interlocuzione con la Regione”.
C’e’ poi la criticita’ dei controlli. Una volta stabilito un limite massimo di accessi come fara’ Atac a garantire che quel tetto sia rispettato? Sicuramente, spiegano da Atac, saranno installati su tutti i mezzi i contapasseggeri gia’ presenti sui mezzi piu’ nuovi (circa 500 bus), ma questo permettera’ solo una verifica a posteriori con eventuale potenziamento delle linee troppo affollate, ma come garantire invece in tempo reale il rispetto dei limite degli accessi considerando che tra metro e treni regionali ci sono oltre 150 accessi alle stazione e le fermate dei bus sono oltre 8mila? “Alcuni vigili aiuteranno Atac nel controllo, ma e’ evidente non ci sono forze disponibili per una mole di controlli capillari”.
Per questo il piano e’, parola di Calabrese, “effettuare un controllo assiduo sulle stazioni piu’ frequentate”. Anche la rete sara’ rivista: saranno potenziate le linee che portano dalla periferia al centro, mentre ridotte quelle interne al centro dove l’assenza di turisti ha contratto anche la domanda. Una rimodulazione necessaria, perche’ ha spiegato Calabrese “Come ha detto anche il ministro De Micheli la flotta delle aziende di trasporto pubblico e’ un’invariante, non puo’ essere aumentata all’istante”. Ultima necessita’, anche questa sottolineata nel dpcm di ieri, quella di “spalmare” l’ora di punta. “Dovremmo diluirla nell’arco della mattinata: quindi ci saranno delle attivita’ che apriranno un po’ prima e altre che apriranno dopo”, ha concluso Calabrese