Le imprese romane che operano all’interno di una filiera sono più ottimiste, innovative e aperte ai mercati internazionali. A dirlo uno studio di Unioncamere e istituto “Guglielmo Tàgliacame” ripreso da ‘Il Corriere della Sera’.
Nel Lazio le aziende che concorrono alla creazione, trasformazione, distribuzione, commercializzazione e fornitura di un bene sono 350.853, il 70,4% del totale regionale e il 9,2% di quello nazionale.
In termini assoluti fanno meglio solo Lombardia (15%) e Campania (9,4%), mentre in rapporto alla produzione locale primeggiano Bolzano (83,8%), Basilicata (81,1%) e Molise (80,8%). Chi lavora in squadra è più propenso ad aggiornare prodotto, processi e marketing e incassa in media il 30% del fatturato dall’estero. I settori dove la cooperazione ha maggiore successo sono l’agrobusiness (28,8%) e le costruzioni (29,1%), sia per numero di addetti (12,6% e 18,8%) che per entrate (17,4% e 11,8%).
A confermarlo la Confederazione italiana agricoltori: “I vantaggi più importanti si hanno nella ricerca scientifica e l’accesso ai finanziamenti europei – sostiene il presidente laziale Fabrizio Pini interpellato da ‘Il Corriere della Sera’ -. Russia, Giappone, Stati uniti, Canada e Perù, tra i più attenti a quanto coltivato nel nostro territorio, sarebbero fuori partita se non collaborassimo”.
Un esempio lo fornisce la cantina Castel De Paolis di Grottaferrata, che dopo aver aperto una vetrina sul sito cinese di e-commerce Alibaba ha incrementato le esportazioni del 15% rispetto al 2019.
“Il 35% delle oltre 100 mila bottiglie vendute lo spediamo oltreconfine, soprattutto in Nord Europa, Asia e Africa spiega il presidente Fabrizio Santarelli -. Insieme ad altri 5 proprietari abbiamo fondato anche un’associazione che intende rappresentare l’enogastronomia cittadina alle fiere del comparto”.
Più complessa la situazione nell’edilizia, dove le società possono raggnipparsi temporaneamente per vincere singole gare, formare consorzi con responsabilità decentrate e unirsi in accordi più stabili.
“A differenza dei contraenti generali che spacchettano e subappaltano la commessa perdendone sia il controllo che la qualità, agglomerati come il nostro moltiplicano i contatti e incrementano la competitività di piccole e medie imprese – specifica a ‘Il Corriere della Sera’ Marco Astrologo, fondatore della rete capitolina Ecogruppo SPAmbiente, che raccoglie 20 aziende -. L’importante è scegliersi colleghi che credono in progetti di lungo periodo e non scatole vuote”.
Altra opportunità fornita dagli scambi interessa i rapporti con i fornitori. “Non essendo tuttologi abbiamo bisogno del confronto con esperii di altre divisioni – confida Lorenzo Sette, amministratore unico della società edile Overall di via Trionfale -. Considero i miei progettisti dei partner che arricchiscono l’aggiornamento professional”».