Bagarre in commissione, consigliera M5s contro regolamento patrimonio

"I bandi devono essere chiari ",ha detto Elisabetta D'Alessandro

Bagarre in commissione Politiche sociali del Campidoglio dove e’ stato analizzato il regolamento sul patrimonio indisponibile di Roma Capitale. Il dibattito, acceso nei toni, ha visto protagonisti la consigliera del M5s del V municipio Elisabetta D’Alessandro e il presidente M5s della commissione Patrimonio capitolina, Francesco Ardu. Per la consigliera pentastellata del V municipio, che ha illustrato le sue perplessita’ punto per punto, la proposta di delibera non opera una corretta distinzione tra attivita’ di tipo commerciale e attivita’ sociali. “I bandi devono essere chiari – ha detto D’Alessandro -, gia’ con quello dei mercati ho avuto seri problemi. Sto facendo una lotta in municipio soltanto per far passare una osservazione e questo e’ molto grave. Si parla di start up, ma la start up e’ una impresa, quindi viene consentita, per esempio, la vendita di prodotti alimentari per autofinanziarsi? Non e’ specificato”. Su questo ultimo punto Ardu ha portato l’esempio del “Borgo degli artigiani” e spiegato che si contempla nel regolamento la “disponibilita’ di immobili per rilanciare l’attivita’”. “Non riesco a capire perche’ il borgo degli artigiani non e’ commercio”, ha replicato la consigliera.

Dopo gli interventi delle associazioni, che hanno espresso le stesse perplessita’ gia’ manifestate in passato, e riassunte dal consigliere Stefano Fassina di Sinistra per Roma, ovvero che per come e’ scritta la delibera apre “alla partecipazione delle grandi cooperative sociali che spazzeranno via il lavoro di anni fatto dalle parti sociali romane”, Ardu ha sottolineato che “i bandi non sono rivolti alle imprese”. “Ardu ti stai sbagliando, ci sono le imprese sociali”, ha chiosato D’Alessandro. Entro la meta’ di marzo i municipi dovranno esprimere un parere sulla proposta. Io votero’ si’, ma voglio poter fare delle osservazioni. Io vivo situazione a Centocelle e se l’autogestione va messa a norma, bisogna essere chiari”, ha concluso D’Alessandro. Punto di confronto con le associazioni e’ stato anche il censimento delle strutture. “Prima sgomberate, poi censite il patrimonio e soltanto alla fine farete i bandi. Togliete spazi alla citta’ e chissa’ quando si riapriranno”, hanno spiegato i rappresentanti del centro sociale Corto Circuito. Su questo punto Ardu ha specificato: “In tre anni tramite Risorse per Roma vogliamo procedere alla verifica dello stato dei luoghi per vedere se ci sono stati abusi o meno e valutare cosi’ l’accoglimento delle istanze delle associazioni”.

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