Banca del Fucino: aumento capitale 55 mln, Barents avvia due diligence

Definito importo ricapitalizzazione e firmato pre-accordo fra i Torlonia e il gruppo internazionale di riassicurazione. Pignataro resta alla guida Private Banking

Con la firma del Memorandum of Understanding che prevede un aumento di capitale di 55 milioni di Euro e il deconsolidamento di circa 300 milioni di euro di crediti deteriorati, fa un passo avanti la preannunciata operazione fra la Banca del Fucino e il Gruppo internazionale di riassicurazione Barents.

Secondo indiscrezioni di stampa non smentite, Barents sottoscrivendo l’aumento di capitale dovrebbe anche assumere il controllo dell’istituto, finora posseduto interamente dalla famiglia Torlonia, che sarebbe comunque intenzionata a mantenere ancora una quota cospicua della Banca.

Per ora è avviata la due diligence, che impegnerà per almeno un paio di mesi, tenuto conto, come fanno notare ambienti finanziari bene informati, che l’operazione è piuttosto articolata sia per i rapporti con la controparte, ossia gli eredi dell’ex dominus Alessandro Torlonia, mancato lo scorso dicembre, sia per il deconsolidamento dell’intero portafoglio di crediti deteriorati lordi (NPE) attraverso la strutturazione di una cartolarizzazione con apposita garanzia della stessa Barents.
In particolare l’operazione – che dovrà avere anche l’approvazione delle autorità competenti – consentirà alla banca, come si legge nel comunicato, il rafforzamento dei ratio patrimoniali e di neutralizzare totalmente l’impatto del portafoglio di NPE sul bilancio, già a partire dalla chiusura dell’anno in corso.

Infine l’ingresso del socio industriale – Barents è tra i principali gruppi mondiali di riassicurazione con un’ampia gamma di prodotti di nicchia nel settore e nel ramo vita – dovrebbe favorire, secondo le stesse fonti, lo sviluppo dell’area Private Banking e Wealth Management di Alta Gamma, dove viene confermata la guida di Salvatore Pignataro, che nel triennio 2015-2017 ha più che triplicato le masse gestite, mentre il totale degli AUM , Asset under management ( il valore di mercato di tutti i fondi gestiti per conto dei clienti e degli investitori n.d.r ), a fine del 2017 ha raggiunto 2,7 miliardi di euro.
I Torlonia, insieme al gruppo Barents, puntano inoltre a rafforzare ancor più il settore attraverso l’aggregazione – conclude il comunicato – di altre realtà del settore, l’ingresso di nuovi professionisti attivi nella gestione di grandi patrimoni e la possibile quotazione in Borsa della Banca.

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