La manovra economica approvata con la fiducia a palazzo Madama è, per certi versi, la prosecuzione del braccio di ferro con Bruxelles con altri mezzi. Ci sono alcune questioni (come talune direttive comunitarie), che al governo giallo-verde proprio non vanno giù. Fra queste, la famosa direttiva Bolkenstein che prevede la messa al bando di determinate concessioni, per garantire trasparenza e concorrenza, e per evitare che prevalga la jungla: nel nostro paese, questo impatta soprattutto sulle concessioni demaniali per le spiagge, e sul commercio ambulante.
A Roma, la questione delle ‘bancarelle’ è uno dei segni più chiari del degrado della capitale: sono oltre 11mila e 500 i bancarellari che si contendono gli spazi comunali e, quando lo spazio non c’è, basta piazzarsi dove meglio si crede, occupando abusivamente il suolo pubblico.
A Roma, inoltre, fra gli ambulanti (che spesso ambulanti non sono, occupando da tempo immemorabile sempre le stesse posizioni) c’è una famiglia che da generazioni occupa una posizione dominante (i Tredicine) e che è molto ben inserita nel tessuto istituzionale romano: la lobby ha insomma lavorato bene, da suo punto di vista, ottenendo un rinvio di 15 anni per la contestata direttiva. Come dire, un rinvio alle calende greche, anche perché la riorganizzazione sarebbe dovuta partire solo nel 2021. Ma, nella ‘notte della fiducia’ al Senato, anche questo spettro è stato allontanato.
I 5 Stelle spendono parole di fiducia: con Massimiliano De Toma, presidente di Federmoda Roma, affermano che la questione dell’ambulantato sarà certamente affrontata. Come? In Campidoglio, dove verrà aperto un tavolo di confronto con le categorie e l’amministrazione. Ma non c’è nessuna certezza su tempi e modalità.