Bianchi (Unindustria): “Aiuti inadeguati per Pmi, nel Lazio ha chiuso il 40%”

Per il presidente della Piccola Industria il rischio all'orizzonte è "un'ondata di licenziamenti, una volta che il governo avrà abolito il divieto"

Il post lockdown rischia di aprirsi con uno scenario tetro per l’economia del nostro Paese. E settembre – sostiene Fausto Bianchi, alla guida della Piccola Industria di Unindustria del Lazio, – “sarà il mese della verità”.

In un’intervista al dorso locale di Repubblica, Bianchi bolla come inadeguate le misure pensate per le Pmi da parte della Regione Lazio (“i 10mila euro a tasso zero”), ma è critico anche con quelle varate dal governo (il sostegno alla liquidità, “che però è sottoposto alle misure selettive degli istituti di credito”).

Il rischio all’orizzonte, sostiene, è “un’ondata di licenziamenti, una volta che il governo avrà abolito il divieto”. Tra i settori più colpiti dalla crisi indica quelli dell’audiovisivo, dell’intrattenimento e della cultura. “Durante il lockdown il 40% delle piccole e medie imprese laziali è stato chiuso”

Da parte sua, il presidente delle Pmi propone alla Regione di avviare una trattativa con il ministero delle Finanze per “posticipare di due anni il pagamento degli interessi sul debito sanitario, che vengono coperti in larga parte con l’Irap delle imprese”.

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