Fabio Rossi per Il Messaggero
Meno fondi per i rifiuti, che si tradurranno anche in una riduzione della Tari, accelerazione sulla riforma delle partecipate (anche se la vendita di Farmacap è stata congelata) e consolidamento delle entrate anche sul fronte degli immobili, con la rivalutazione di affitti e concessioni. Sono queste le carte che la giunta capitolina ha deciso di mettere sul tavolo dopo lo stop di fine anno da parte dei revisori dei conti dell’Oref, che hanno bocciato la prima versione della Finanziaria 2017 del Campidoglio: da oggi riparte la sessione di bilancio in consiglio comunale, con l’obiettivo di approvare la manovra di previsione entro il 31 gennaio.
Il termine ultimo a disposizione dei Comuni è stato in realtà spostato dal Viminale al 31 marzo, su richiesta dell’Anci, ma superare la fine del mese farebbe sfumare spazi di manovra da 20 milioni di euro per il Campidoglio, destinati a finanziare gli investimenti, ma anche la possibilità di incrementare le assunzioni e scavallare il turnover dei dipendenti.
Alle 17 è riconvocata l’aula Giulio Cesare, con all’ordine del giorno l’intervento dell’assessore Andrea Mazzillo, mentre la commissione bilancio inizierà i lavori già in mattinata. Entro domani potrebbe arrivare nuovo parere dell’Oref, che dovrebbe dare il via libera con riserva, ossia con alcune prescrizioni al nuovo documento finanziario dell’amministrazione pentastellata. Al primo stop dei revisori è seguita l’approvazione, da parte dell’assemblea capitolina, di circa 100 milioni di debiti fuori bilancio (una delle criticità evidenziate dall’Oref) e la presentazione, da parte della giunta, di due emendamenti: uno al bilancio di previsione, uno al documento unico di programmazione (Dup).
Bisognerà vedere se le novità basteranno: sul fronte delle partecipate, nella versione finale del provvedimento, si parla genericamente della «riorganizzazione» delle aziende in perdita. Tutto ciò mentre la manovra prevede un taglio ai fondi destinati all’Ama per la gestione dei rifiuti: dagli 819 milioni del 2016 ai 778 previsti per quest’anno. Ma andranno valutate anche le nuove entrate programmate dal Campidoglio (i proventi della lotta all’evasione tariffaria e il recupero delle multe arretrate) così come il taglio al budget di alcuni dipartimenti, per verificare che non vengano toccati i servizi. D testo approvato dalla giunta penalizza soprattutto la cultura: solo le fondazioni perderebbero quasi 2 milioni.