Bollette, il peso del fisco sui costi per le famiglie

Secondo l'Arera, se nel 2024 l'Italia accorcia la distanza dei prezzi con l'Europa, oneri e componente fiscali neutralizzano i risparmi possibili

Quando la burocrazia finisce in bolletta, sono quasi sempre dolori. In Italia poi, è la regola. Gli italiani pagano luce e gas più di tutti in Europa, ma non per colpa dei costi della materia prima, quando di quello che si frappone tra la fornitura e il prezzo finale. Lo ha ricordato giusto ieri l’Autorità dell’Energia, nella sua relazione annuale al Parlamento.

Ebbene, se nel 2024 l’Italia accorcia la distanza dei prezzi con l’Europa, oneri e componente fiscali neutralizzano i risparmi possibili. In buona sostanza, “i prezzi finali pagati dalle famiglie italiane continuano a essere penalizzati dalle componenti di oneri, imposte e tasse il cui incremento del 28% ha annullato le riduzioni registrate dalla componente energia e dai costi di rete”, ha chiarito il presidente dell’Arera, Stefano Besseghini.

E dunque non stupisce come nel confronto internazionale, “la componente fiscale italiana risulta essere la più elevata, superiore a quella della Francia (+51%), della Spagna (+36%), e della media dell’Area euro (+18%).” Allargando lo sguardo, secondo l’Autorità, lo scorso anno “il permanere di uno scenario internazionale complesso ha avuto come conseguenza significativi divari in Europa: in 10 paesi i prezzi sono aumentati (tra questi Francia +19% e Portogallo +15%), in 17 sono diminuiti (Italia -8%, Lussemburgo -33%). Di conseguenza sono stati adottati, rimodulati o sospesi interventi pubblici per il contenimento dei costi dell’energia”.

Ed ecco la beffa. L’Italia è tra i Paesi che hanno sperimentato la riduzione maggiore dei prezzi lordi dell’energia elettrica per i clienti domestici che sono scesi 38,64 a 35,7 centesimi/kWh. Si è, quindi, ridotto al 15% (era il 24,7% nel 2023) il differenziale rispetto alla media europea. Ma gli oneri pesano.

 

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