Dopo stop a Trisulti, al vaglio altre concessioni

Sono ville e abbazie in tutta Italia affidate a privati. "Voglio vederci chiaro", ha detto Bonisoli

Non solo l’Abbazia di Trisulti. Dopo lo stop alla concessione per la società sovranista di Steve Bannon con il corollario di tensioni politiche arrivate anche per questo nel governo giallo verde, il ministero dei Beni culturali annuncia un vaglio su tutte le concessioni affidate in quello stesso bando, 13 in tutto, che riguardano beni demaniali sparsi qua e là per l’Italia, dalla Villa del Colle del Cardinale a Perugia, data in affitto per 14.100 euro annui all’Ordine dei Cavalieri di Malta, alla grande Villa Giustiniani a Bassano Romano, in provincia di Viterbo, offerta in gestione al Fai per 18.920 euro.

“Voglio vederci chiaro”, ribadisce dalla sua pagina Facebook Bonisoli, “mi sembra doveroso, i beni dello Stato sono di tutti”. Nessuna irregolarità rilevata al momento, chiariscono dal Collegio Romano, solo la decisione del ministro di andare a fondo, dopo “le gravi criticità riscontrate a Trisulti e confermate dall’Avvocatura dello Stato”.

Il bando sotto esame risale al 28 maggio 2016 ed è un documento che ha segnato un’epoca perché per la prima volta – il ministro della cultura allora era Franceschini – si decise di affidare a privati, in questo caso associazioni no profit, un gruppo di gioielli del patrimonio pubblico che lo Stato non era in grado di mantenere o di tenere aperti al pubblico. “Uno strumento che consentirà di partire dal basso nell’adempimento dell’articolo 9 della Costituzione”, sottolineò allora Franceschini. Le assegnazioni sono state fatte nel 2017. In realtà con un po’ di delusione perché su 13 solo 5 bandi alla fine sono stati assegnati, sei sono andati deserti, due non sono stati affidati perché le domande sono state respinte. Il primo immobile della lista era la piccola, raffinata, abbazia benedettina di San Pietro ad Oratorium a Capestrano, in provincia dell’Aquila: arrivarono due proposte, dal Comune di Capestrano e da quello di Mottola, entrambe respinte dalla commissione aggiudicatrice per problemi di irregolarità nella documentazione. Seguiva la secentesca Chiesa sconsacrata di San Barbaziano a Bologna, assegnata all’Aics di Bologna, quindi lo storico Castello di Canossa, sempre in Emilia Romagna, affidato all’associazione culturale Matilde di Canossa (l’altro contendente era Italia Nostra); e ancora la Villa Giustiniani di Bassano Romano, voluta da Fai. L’altro immobile in palio nel Lazio è proprio la Certosa di Trisulti, affidata all’associazione Dhi – Dignitatis Humanae Institute, ma ambita anche dall’Accademia Nazionale delle arti – castello Petronio di Todi.

Quindi l’Umbria, con la Villa del Colle del Cardinale, chiesta e ottenuta dal Sovrano Ordine Cavalieri di san Giovanni di Gerusalemme-Cavalieri di Malta, il Veneto con la Villa del Bene a Dolcé in provincia di Verona, data in concessione alla pro loco di Volargne. Nessuna richiesta arrivò invece per altri sei immobili di prestigio: l’Abbazia di Santa Maria di Vezzolano ad Albugnano in provincia di Asti, il Castello di Moncalieri (conferito poi al Consorzio delle Regge Sabaude) l’Abbazia di Soffena a Castelfranco di sopra in Toscana, l’eremo di San Leonardo al lago a Monteriggioni (Siena) Villa Brandi a Vignano (Si), il Castello Bufalini a San Giustino (Pg).

aggiunge al suo post la foto della Certosa di Trisulti, bellissima e imponente con le sue mura circondate dalle montagne. “I beni dello Stato appartengono a tutti noi, sono di proprietà dei cittadini, che hanno diritto di sapere come vengono affidati, con quali criteri e da chi”.

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