Botteghe storiche: Lucarelli, da rilanciare coi fondi regionali su una piattaforma comune

Finora i negozi tradizionali hanno accusato il colpo di fronte all'e-commerce e alla ridotta capacità di spesa. L'assessora capitolina alle attività produttive pensa a un rilancio

La disaffezione agli acquisti in negozio, nei quasi due anni di pandemia tra lockdown e misure anti assembramenti, ha portato trasformazioni profonde nelle abitudini dei consumatori che rimarranno anche dopo l’emergenza. Se finora le attività tradizionali hanno accusato il colpo, non soltanto per l’impennata dell’e-commerce, ma anche per la ridotta capacità di spesa, gli stravolgimenti causati dalla crisi sanitaria potrebbero trasformarsi in opportunità di rilancio e diversificazione dei canali di vendita.

Monica Lucarelli, responsabile delle Attività produttive in Comune, intervistata dal ‘Corriere della Sera’, è pronta a collaborare con le associazioni di categoria per mettere in campo soluzioni che, oltre a valorizzare il ricco tessuto commerciale di Roma, possano anche traghettarlo nel futuro.

Lucarelli, come vi state muovendo per sostenere le imprese che vogliono affiancare all’esperienza fìsica in negozio le vendite online? 

“A incidere sui costi dell’e-commerce non è tanto la creazione di un portale, ma la gestione della logistica e del reso. Si può aprire un discorso anche in virtù dei fondi regionali che promuovono l’innovazione e la digitalizzazione”.

Quali soluzioni si potrebbero adottare per superare le difficoltà gestionáis e i costi del servizio che difficilmente il singolo esercente riuscirebbe a sostenere? 

“Si potrebbe pensare a una piattaforma logistica che aggreghi realtà simili come le associazioni di strada o le botteghe storiche, tra cui prevale la componente artigianale rispetto ai grandi marchi del lusso già molto attivi nelle vendite sul web”.

Quali strumenti potrebbero contribuire a riportare le persone nelle vie dello shopping, che in questo periodo si sono spopolate di romani e turisti? 

“Dobbiamo lavorare affinchè andare in Centro sia un’esperienza a 360 gradi non soltanto per lo shopping. I luoghi devono essere valorizzati sotto il profilo dell’accoglienza e del decoro, per i turisti bisogna allestire punti informativi in inglese”.

A proposito di decoro, spesso i rifiuti fuori dai negozi e dalle attività di somministrazione non vengono raccolti con tempestività e il risultato è che anche nelle aree di pregio il colpo d’occhio non è certo allettante. 

“Insieme con l’assessora ai Rifiuti, Sabrina Alfonsi, abbiamo lavorato sulle utenze non domestiche per evitare che gli orari della raccolta coincidessero con quelli della passeggiata o dello shopping in Centro”.

Le associazioni di categoria lamentano forti perdite, nonostante la folla in Centro ad acquistare è soltanto un romano su dieci.

“In realtà l’intero sistema è cambiato. Prima il grosso dello shopping si concentrava dall’8 dicembre in poi, adesso si inizia con gli sconti di metà stagione a ottobre e poi, a fine novembre, il black Friday, originariamente doveva essere un giorno di promozioni dedicate agli articoli tecnologici ed è diventato una settimana di offerte in tutti i settori”.

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