Il Tar Lazio ha sospeso l’ordinanza del 5 luglio a firma del sindaco di Roma, Virginia Raggi, che mirando a tutelare maggiormente i cavalli impiegati nel servizio di trazione ippica – servizio piu’ noto con il termine ‘botticelle’ – consentiva lo svolgimento di tali attivita’ solo a partire dalle ore 18 e con una temperatura inferiore ai 25 gradi. Un provvedimento – evidenzia la Lav nel dare notizia di questa decisione dei giudici amministrativi – che prevedeva una positiva novita’ rispetto agli anni scorsi: quest’anno il limite della temperatura era sceso da 30 a 25 centigradi. Era subito seguito il ricorso dei vetturini al Tar e ieri e’ arrivata la decisione del giudice, che ha disposto la sospensione, in attesa dell’udienza di discussione in camera di consiglio, fissata per il 3 agosto.
“La decisione del Tar ci lascia negativamente sorpresi, anche perche’ analoghe ordinanze dei sindaci passati non erano mai state messe in discussione – dichiara Anna Cavalli, responsabile Area Equidi della sede LAV di Roma – chiediamo al sindaco di reiterare l’Ordinanza con positive modifiche, al fine di evitare ulteriori sofferenze ai cavalli. Ricordiamo, in ogni caso, che il Regolamento Comunale Tutela Animali prevede comunque lo stop alla circolazione delle botticelle tra le 13 e le 17, fino a meta’ settembre e che ogni violazione dovra’ essere puntualmente sanzionata dalla Polizia locale”.
“Il tema centrale resta comunque il servizio di trazione ippica in se e per se’, a qualsiasi temperatura e in qualsiasi luogo venga svolto – dichiara inoltre Nadia Zurlo, responsabile nazionale LAV Area Equidi – E’ questo il problema fondamentale da risolvere definitivamente attraverso la riforma del Codice della Strada e della legge nazionale che disciplina gli autoservizi pubblici non di linea. Lo sfruttamento dei cavalli e’ qualcosa di inaccettabile, la vista di questi animali cosi’ pesantemente bardati, costretti a stazionare sotto il sole o con qualsiasi condizione climatica, non dovrebbe esistere in una societa’ avanzata ed evoluta. Non serve essere etologi per comprendere quanto sia deprivante la vita dei cavalli utilizzati in attivita’ di lavoro, obbligati a vivere in contesti e situazioni cosi’ lontani dalla loro natura”.