Il Technopole di Pietralata è un modello. Lo dice in una intervista al Messaggero il presidente di Unindustria Angelo Camilli: “È forse il primo esempio nel Lazio, e probabilmente in Italia, di una forte collaborazione tra il mondo della ricerca e quello delle imprese”.
Una struttura del genere è “senza dubbio una grande opportunità: siamo molto orgogliosi di aver promosso questa fondazione che rappresenta un’occasione importantissima per il territorio. Sarà possibile fare alta formazione universitaria, ricerca e trasferimento tecnologico su tutte quelle tematiche che riguardano il futuro e che coinvolgono tantissime aziende. È un progetto di respiro internazionale importante per tutto il tessuto produttivo, Sarà un polo di rilievo anche per tutte quelle regioni del centro Italia che hanno molte relazioni con Roma. Basti pensare alle connessioni che hanno l’Abruzzo, le Marche, l’Umbria”.
Il Rome Technopole, continua Camilli nell’intervista, “può diventare un tassello davvero fondamentale della strategia di crescita della Capitale e della Regione, soprattutto in questo momento in cui si aprono grandi opportunità per Roma e il Lazio con molte occasioni di esposizione sullo scenario internazionale. Pensiamo al Giubileo, ma soprattutto al sogno di Expo 2030 dove potremmo dimostrare quanto la città, la Regione e il Paese hanno creduto nell’innovazione e nella capacità dei giovani di essere il vero motore dello sviluppo sociale ed economico delle moderne democrazie globalizzate”.
Un’opportunità anche per i giovani: “La vera sfida inizia proprio con la nascita della Fondazione. Puntiamo a un aumento del numero dei laureati in discipline tecnico scientifiche: vogliamo arrivare a raddoppiarli, raggiungendo quota 1,400. E prevediamo l’assunzione di 800 ricercatori”.