Da un lato ci sono gli immobili affittati a prezzi stracciati e le convenzioni rilasciate a valori simbolici, dall’altro la disastrata situazione finanziaria del Campidoglio. Nel mezzo c’è il meccanismo di recupero crediti di Roma Capitale, decisamente poco efficente. E ben 268 milioni di euro di evasione, soprattutto Imu. La situazione è così delicata che, nel parere reso dall’Organo di revisione sul previsionale 2022-2024 appena approvato dal sindaco Roberto Gualtieri, gli esperti contabili hanno invitato alla cautela. Il recupero dei tributi evasi deve essere “oggetto di puntuale e approfondito controllo, soprattutto in sede di verifica degli equilibri di bilancio” spiega il documento datato 10 gennaio 2022. La ragione? “Nel caso tali previsioni si dovessero rivelare non corrette, si potrebbero presentare squilibri di bilancio per cui si raccomanda di procedere all’accertamento delle somme solo a seguito dell’emissione dei relativi accertamenti definitivi e a prevedere costantemente la verifica della congruità dell’accantonamento al fondo crediti di dubbia esigibilità” si legge nel parere. Tradotto: si rischia di spendere più di quanto non sia possibile danneggiando le casse del comune e le tasche dei cittadini, già provati dalla crisi in atto.
Meglio sarebbe mettere mano finalmente alla revisione degli affitti degli immobili del patrimonio disponibili del Comune dove ci sono tanti casi limite. Si va dall’affitto del parcheggio di Villa Borghese a 10mila euro l’anno all’appartamento di Piazza Navona 64 locato per appena 13,71 euro al mese, 164,52 euro l’anno, fino al Circolo di piazza Santa Maria in Trastevere 23/A concesso in affitto ad un canone di 4,65 euro al mese, 55,83 euro l’anno. Per non parlare di un’intera palazzina a Testaccio, civico 20, dove gli affitti si aggirano fra i 166 e i 250 euro al mese per unità immobiliare. L’elenco delle abitazioni e degli spazi commerciali di proprietà di Roma Capitale, dati in uso a privati a prezzi stracciati, è decisamente lungo. E quelli riportati sono solo alcuni esempi tratti dall’ultima ricognizione disponibile, datata 18 novembre 2021. Si tratta di 798 appartamenti e locali commerciali affittati ad un canone medio mensile di appena 474 euro al mese, poco più di 5milasettecento euro l’anno. Per un incasso complessivo da appena 4,54 milioni. Ma l’aspetto più sconcertante è che il Campidoglio incassa meno dal patrimonio disponibile che dall’edilizia residenziale popolare, dove pure i canoni sono notevolmente più bassi del mercato. L’Erp, con i suoi oltre 900 immobili, frutta infatti più di 42 milioni l’anno, circa dieci volte di più del patrimonio disponibile.