Campidoglio approva riforma Statuto: ok a referendum e parità genere

con 27 voti sì e 6 contrari

Via libera dell’assemblea capitolina con 27 voti sì e 6 contrari alla modifica dello statuto di Roma Capitale targato M5S che introduce nuovi elementi di democrazia diretta: il referendum propositivo accanto a quello consultivo e abrogativo; l’abolizione del quorum; la sperimentazione del voto elettronico in cabina; il bilancio partecipativo; le petizioni on line che possono essere illustrate dai cittadini in Aula «sul modello del Parlamento inglese».

Viene modificata poi la rappresentanza di genere in giunta dal 50% alla previsione di legge (60%-40%).

Nello specifico: “ I cittadini, iscritti nelle liste elettorali, esercitano l’iniziativa dei referendum consultivi, abrogativi e propositivi, relativi ad atti di competenza dell’Assemblea Capitolina” e “Le proposte sottoposte a referendum sono approvate se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi, indipendentemente dal numero dei partecipanti al voto”, si legge nel nuovo comma 2 dell’art. 10 dello Statuto capitolino a firma M5s. Inoltre si apre alla possibilità delle petizioni online poiché “Il Regolamento per gli istituti di partecipazione e di iniziativa popolare determina le procedure, anche con il ricorso a tecnologie informatiche e telematiche – si legge al comma 8 dell’art. 8 -, di presentazione delle petizioni nonché i tempi di raccolta delle sottoscrizioni e delle adesioni” e si consente al comma 7 dell’art. 8 che “qualora le petizioni di iniziativa dei singoli appartenenti alla comunità cittadina siano accompagnate da non meno di trentamila sottoscrizioni o adesioni, le stesse possono essere illustrate dal primo presentatore in Assemblea Capitolina, nei modi e nei limiti stabiliti dal Regolamento dell’Assemblea Capitolina”.

Nuove norme vengono introdotte anche in materia di parità di genere dove la composizione delle giunte, capitolina e municipali, ad oggi disciplinata dalla formula per cui “è garantita la presenza di entrambi i sessi, di norma, in pari numero” sarà invece disciplinata dalla formula “è garantita la presenza di entrambi i sessi nella misura stabilita dalla legge con specifico riferimento al principio di pari opportunità”. Si passa quindi da una composizione al 50% di uomini e 50% di donne alla “soglia del 60% e 40%, quindi eventualmente anche con una maggioranza di donne rispetto agli uomini – ha spiegato Sturni – perché quella del 50% e 50% di uomini e donne, la riteniamo una misura estremamente rigida e che oltretutto si discosta dalla legge Delrio fatta dal Pd. Introduciamo una formula che recepisce la legge Delrio”. Scompare la Commissione delle Elette, ad oggi per Statuto composta da tutte le consigliere donna di maggioranza e opposizione, per cedere il passo alla Commissione Pari Opportunità che sarà “composta dalle Consigliere e dai Consiglieri dell’Assemblea Capitolina e rispecchiando la proporzione dei Gruppi Capitolini” come descritto nel comma 1 dell’articolo 23 del nuovo Statuto.

Infine la revisione operata dal M5s introduce all’articolo 2, il comma 12bis con cui “Roma Capitale riconosce l’accesso all’acqua come diritto umano, universale, indivisibile, inalienabile e lo status dell’acqua come bene comune pubblico”. Una modifica approvata con un atto separato, poiché “abbiamo presentato due proposte di delibera, una per il tema dell’acqua e una per gli strumenti di democrazia partecipata, perché andava riconosciuto a queste due proposte un autonomo valore”, ha concluso Sturni.

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