Oltre alle vacanze, in media, ciascun comunale a Roma resta a casa 27 giorni l’anno tra malattie, vere o presunte, e congedi vari. Lo scrive il Messaggero sottolineando dunque che anche quando gli impiegati del Campidoglio timbrano il cartellino e quindi, formalmente, risultano in servizio, “c’è chi ci marcia. Non tutti, ovviamente, ma il campionario è vario e non mancano, nell’orchestrare le furberie per sfuggire ai turni, guizzi di originalità. Espedienti – scrive il quotidiano – in parte venuti fuori perché finalmente il Comune, in questi ultimi anni, ha rafforzato i controlli”.
Giovedì scorso la Guardia di Finanza ha effettuato una operazione all’Anagrafe in via Petroselli: 2 dipendenti «erano fuori posto». Un dipendente dell’Anagrafe, ad esempio, è rientrato svariati minuti dopo il blitz, spiegando di essere abituato a fare così, cioè a fumare, dice lui, uscendo fuori dall’ edificio. Senza strisciare il badge, ça va sans dire. Questa prolungata «pausa sigaretta», ammesso che le cose siano andate veramente così, rischia di costargli caro. In Comune attendono riscontri della Finanza e solo dopo aver letto i due rapporti, si procederà con le contestazioni disciplina