Corruzione, peculato, abuso d’ufficio e omissione di atti dovuti. Nel 2021, cosi recita l’ultimo report interno del Campidoglio, i dipendenti di palazzo Senatorio sono finiti per 22 volte nei guai. Sotto inchiesta per intrallazzi, affari sottobanco e scambi di favori. Lo scrive ‘’La Repubblica’’ sottolineando che si tratta di reati che cozzano con il principio di trasparenza che dovrebbe dettare i tempi della pubblica amministrazione.
Il dossier firmato da Maria Luigia Sabato, dirigente a capo dell’Anticorruzione capitolina, segnala la presenza di impiegati infedeli al dipartimento Urbanistica. L’altro settore considerato a rischio è quello legato a ispezioni e sanzioni, quindi al comando dei vigili urbani.
Ma non è finita qui: nel documento c’è spazio anche per 260 provvedimenti disciplinari nati da altrettante violazioni del codice che regola il comportamento dei 23 mila comunali, dirigenti inclusi. Un trend che nemmeno la pandemia e l’aumento del numero di ore passate in smartworking è riuscito a piegare.
Passando in rassegna gli «eventi corruttivi» registrati lo scorso anno, diventa evidente l’incrocio tra il lavoro del l’Anticorruzione del Campidoglio e quello della procura. La prima inchiesta a toccare l’amministrazione capitolina è 4 marzo 2021: quel giorno palazzo Senatorio scopre di avere tre dipendenti sotto inchiesta in tre diversi municipi. Avrebbero falsificato documenti e ottenuto l’assunzione di familiari e amici da parte di piccoli e grandi negozi. Lo scambio? I commercianti avrebbero ottenuto tutte le licenze necessarie per aprire la loro attività o comunque non avere problemi in caso di eventuali controlli.
Quindi, a novembre, il doppio caso al dipartimento Urbanistica, con due impiegate accusate di aver accettato decine di migliaia di euro da un costruttore in cambio di informazioni sulle pratiche edilizie in lavorazione negli uffici dell’Eur per affari come la lottizzazione del Fosso delle Tre Fontane e, lungo la passeggiata di via del Corso, la riconversione in negozio di palazzo Raggi. In ballo per le dipendenti c’erano anche sostanziosi sconti per l’acquisto di case per i propri figli.
Infine il caso più fresco. Riguarda i vigili urbani, in particolare tre pizzardoni. Avrebbero intascato i soldi delle multe pagate in contanti dagli automobilisti stranieri sanzionati sul posto. Dopo aver versato il dovuto, i conducenti si sono comunque visti recapitare a casa una lettera da Roma con una contravvenzione (in realtà già saldata) ancora da pagare. Denuncia e inchiesta per un corpo che già in passato è stato sconquassato da indagini penali.
A fronte delle indagini dei pm di piazzale Clodio, il whistleblowing è al palo. Le denunce interne si vanno riducendo di anno in anno. Se nel 2020 erano state sette le segnalazioni anonime su presunti reati arrivate ai vertici del Campidoglio, nel 2021 i casi si sono ridotti a quattro. Andamento negativo: nel 2019 erano state 13 le “soffiate” degli impiegati capitolini testimoni di possibili reati.