Campidoglio: i nodi da sciogliere sulle società comunali, da Multiservizi a Roma Metropolitane

Da diverso tempo i dipendenti delle due società - la prima al 51 per cento di Ama, la seconda completamente comunale ma in liquidazione - versano in una situazione di instabilità.

Sono due i nodi principali che il Campidoglio deve sciogliere sulle società partecipate e riguardano Roma Multiservizi e Roma Metropolitane. Da diverso tempo i dipendenti delle due società – la prima al 51 per cento di Ama, la seconda completamente comunale ma in liquidazione – versano in una situazione di instabilità. Per Roma Multiservizi il Campidoglio ha previsto che Ama acquisisca anche il 49 per cento delle quote oggi in mano a privati e che successivamente la società diventi di primo livello, ovvero controllata direttamente da Palazzo Senatorio, in modo che i suoi lavoratori siano effettivamente dipendenti comunali. Tuttavia il processo ha subito una battuta d’arresto quando la Corte dei conti ha rilevato il rischio che l’acquisizione possa essere incoerente rispetto ai principi di necessità dell’ente. Sul settore pende la farraginosa normativa nazionale, risalente al governo Renzi, e rispetto alla quale è complesso definire l’elenco dei servizi pubblici essenziali e per i quali un ente locale può dotarsi di una società pubblica per svolgersi.

E così stamattina i lavoratori di Multiservizi, che si occupano di pulizie, trasporto e servizio mensa nelle scuole comunali, hanno protestato in piazza Bocca della Verità. Nel corso dell’assemblea pubblica i rappresentanti sindacali locali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti hanno avuto un incontro con il capo di gabinetto del Campidoglio, Alberto Stancanelli. “L’incontro è stato aggiornato a giovedì prossimo”, spiega Sara Imperatori della Fisascat Cisl. La prospettiva di Palazzo Senatorio resta quella di superare il parere negativo, seppure non vincolante, della Corte dei conti sulla delibera che tracciava il percorso di internalizzazione e arrivare alla costituzione di una nuova società.

Altra questione, invece, è quella di Roma Metropolitane: il futuro dei dipendenti sarà tra l’altro al centro di una commissione Trasparenza del Campidoglio nei prossimi giorni. La società è stata messa in liquidazione dalla giunta M5s guidata da Virginia Raggi e si occupa di progettare le infrastrutture della mobilità nella Capitale: un ruolo fondamentale in vista degli appalti del Giubileo e del Pnrr. L’amministrazione di Roberto Gualtieri, a trazione Pd, ha progettato l’assorbimento dei lavoratori nell’agenzia capitolina Roma servizi per la mobilità realizzando un ramo d’azienda destinato alle infrastrutture e immaginando così di rendere più efficiente ed efficace l’intero settore della programmazione della mobilità e dei trasporti a Roma. Tuttavia il processo è lungo e i lavoratori, a oggi, “vanno incontro al quarto stipendio saltato. Continuano a lavorare in una situazione assurda con una sede aziendale chiusa e i dipendenti in smart working, tra mille difficoltà e l’incombenza delle bollette dell’elettricità che usano a casa e che sono a loro carico”, spiega Paola Propana, rappresentante aziendale per la Uiltrasporti. “Dalla delibera di accorpamento delle società allo stato dell’arte c’è stato solo un cambio di statuto, le altre attività sono tutte ferme”, aggiunge Luigi Venturini, rappresentante aziendale della Filt Cgil di Roma.

“Mancano una serie di passaggi, dalla documentazione alle procedure per l’internalizzazione. Non esiste un cronoprogramma – sottolinea Venturini -, ci è stato detto che tra un passaggio e l’altro sarebbero stati necessari 90 giorni. A febbraio è stata fatta delibera di assemblea capitolina e da allora non si è mosso nulla perché, finché legano le sorti di Roma Metropolitane al contenzioso con il contraente generale di Metro C, e non risolvono quel problema non possono risolvono il nostro”. Secondo Fabio Esposito della segreteria regionale della Uiltrasporti “le partecipate di Roma Capitale sono tutte in stato di stallo. Su Roma Metropolitane c’è un problema dentro il problema. Attendiamo per domani risposte che diano un profilo di tutela ai lavoratori ma a ogni modo, ci stiamo già organizzando per delle mobilitazioni tra giovedì e venerdì”.

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