Il Comune rinforza il ricorso al lavoro agile, dopo l’aumento dei contagi anche all’interno degli uffici capitolini (prima di Natale nello staff di Andrea Catarci, assessore al Decentramento, si sono registrati tre casi positivi). Lo scrive il ‘’Corriere della Sera’’ riportando una nota del direttore generale.
In linea con la circolare firmata i] 5 gennaio dai ministri del Lavoro, Andrea Orlando, e della Pubblica amministrazione,Renato Brunetta, venerdì il dg Paolo Aielli e il direttore del dipartimento Risorse umane, Angelo Ottavianelli, hanno diramato una nota per ribadire che «fino al termine dello stato di emergenza, il prossimo 31 marzo, il lavoro da remoto sarà utilizzato in misura pari al 50 per cento delle giornate lavorative per ogni dipendente la cui prestazione sia compatibile con questa modalità, alternando in ogni settimana due e tre giornate di presenza fisica».
Sebbene anche prima fosse possibile applicare la quota del 50 per cento, il Campidoglio non l’aveva adottata in particolare per le attività di sportello come i servizi anagrafici, dove l’incidenza dei contagi è stata più alta e, in alcuni casi, si è arrivati alla chiusura temporanea per carenza di personale e sanificazione degli ambienti.
Nella parte finale il documento, inviato a tutte le strutture territoriali, contiene un passaggio ancora più incisivo che lega la salvaguardia della sicurezza sul luogo di lavoro al raggiungimento degli obiettivi: «Tali adempimenti saranno oggetto di verifica per la valutazione della performance individuale, atteso che il collocamento in lavoro da remoto con relativa organizzazione quotidiana e verifica dei risultati costituiscono attività non eventuali ma dovute da ciascun datore di lavoro, con la conseguenza che la corretta o la mancata adozione delle misure organizzative costituiranno criterio di valutazione ai fini della corresponsione della retribuzione di risultato».
Francesco Croce, segretario della Funzione pubblica Uil, sottolinea che finora l’input era stato declinato «in maniera non uniforme e coerente con la tutela della sicurezza sul lavoro da parte di direttori e capistruttura», L’indicazione tassativa di lasciare il personale in presenza negli uffici anagrafici, a suo avviso, ha pro- dotto un «effetto boomerang»: una percentuale «rilevante» di contagi (secondo stime non ufficiali intorno al 20 per cento) che ha portato alla contrazione dei servizi erogati (per la carta di identità elettronica si è passati da una media di 17 giorni nel 2019 agli attuali 115).
Catarci, positivo asintomatico dal 5 gennaio, sta adottando una programmazione stringente su base settimanale che, oltre al suo staff, potrebbe servire da esempio anche per altri dipartimenti, Per quanto riguarda il Piano Cie (carta di identità elettronica), si sta definendo un’articolazione in quattro tempi: recupero delle 47 postazioni municipali rimaste inutilizzate dalla primavera scorsa, riattivazione dei tre Punti informativi turistici in Centro destinati ai servizi anagrafici, apertura di sei chioschi analoghi nelle periferie, 15 nuove postazioni nelle biblioteche comunali.
L’assessore confida nelle nuove assunzioni e nella formazione del personale per arrivare a regime con cinque-sei unità in più in ciascun Municipio, Per Antonio De Santis, consigliere di opposizione in quota M5S ed ex responsabile del Personale nella giunta Raggi, che rivendica l’assunzione di «120-130 nuove risorse vincolate a lavorare negli uffici municipali», un altro tema imprescindibile è quello degli «investimenti nelle infrastrutture tecnologiche che ancora non ci sono».