Caritas Roma: abitazioni popolari, situazione esplosiva

Le zone con maggiore presenza di alloggi popolari sopra le 5mila unità sono: Ostia Nord, Tor Bella Monaca e S. Basilio.

“La problematica condizione delle abitazioni popolari a Roma va a costituire una questione seria che le politiche di welfare non sono ancora riuscite a fronteggiare in modo adeguato, considerando anche il numero di persone e famiglie in stato di bisogno alloggiativo”. Lo denuncia il rapporto annuale della Caritas diocesana. “Attualmente sono 76mila gli alloggi popolari nella Capitale e 200mila il numero delle persone che vi abitano, mentre circa 12.500 sono i nuclei in lista d’attesa (ultimo Bando 2012). Di questi alloggi, 28mila sono gestiti dal Comune e 48mila dall’Ater di Roma”.

Le zone con maggiore presenza di alloggi popolari sopra le 5mila unità sono: Ostia Nord, Tor Bella Monaca e S. Basilio. “In questi quartieri si registrano indici di disagio sociale superiori a quelli del contesto: di fatto essi rappresentano la periferia nella periferia e gli interventi mancano di politiche e servizi di inclusione degli assegnatari degli alloggi nelle zone di contesto o di sostegno alle difficoltà di carattere economico”. Non deve stupire quindi che la morosità negli alloggi Ater tocchi il 39,5% (in sostanza 4 su 10). In tale situazione “di chiara potenziale esplosività”, sottolinea il rapporto, “il tema delle assegnazioni agli stranieri rischia di subire accelerazioni drammatiche (come di fatto è accaduto). In effetti però le proteste, apparentemente giustificate da supposte prevaricazioni degli stranieri, non trovano riscontro neanche nei dati; emerge invece una diversa realtà.

Gli ultimi Bandi di assegnazione, che hanno coinciso con la fase di aumento della presenza straniera sul territorio, hanno usato criteri che non hanno favorito gli stranieri (quello del 2000, che imponeva il criterio dello sfratto, li ha addirittura di fatto esclusi). E in effetti secondo il Censimento Generale Istat del 2011 la popolazione straniera rappresenta una bassa percentuale nelle zone di edilizia popolare romana (media del 2,6% nei quartieri Erp); molti stranieri hanno quindi preferito risolvere la questione casa scegliendo di sistemarsi nelle zone urbane più vantaggiose economicamente, soprattutto negli hinterland meglio collegati con Roma Capitale”. Infine, secondo il Ministero degli Interni nel 2018 sono stati 2.150 gli sfratti eseguiti a Roma.

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