Caro energia: l’allarme di Federalberghi, “rincari del 400% per le bollette degli hotel di Roma, così chiudono”

"La preoccupazione è sopratutto per gli alberghi stagionali: dovranno aprire più tardi e chiudere prima, sopratutto se l'occupazione delle camere non è molto alta. Conviene rimanere chiusi, anche perché gli impianti termici devono restare comunque accesi e sono centralizzati", spiega il presidente Giuseppe Roscioli

I rincari di luce e gas, nel settore alberghiero, fanno lievitare del 400 per cento le bollette e a Roma gli hotel, con l’attuale tasso di occupazione previsto per l’autunno, sono in grado di sopportare al massimo un rincaro del 15 per cento: l’alternativa è la chiusura definitiva. Lo ha detto il presidente di Federalberghi di Roma, Giuseppe Roscioli, interpellato dall’agenzia Nova.

“Al momento abbiamo rincari fino al 400 per cento sulle bollette. Se un hotel pagava 10mila euro al mese, ora ne paga 40mila: il che non è sostenibile – ha spiegato Roscioli -. La preoccupazione è sopratutto per gli alberghi stagionali: dovranno aprire più tardi e chiudere prima, sopratutto se l’occupazione delle camere non è molto alta. Conviene rimanere chiusi, anche perché gli impianti termici devono restare comunque accesi e sono centralizzati. L’abbassamento di uno o due gradi delle temperature è un palliativo – ha sottolineato Roscioli – È utile se i rincari non vanno oltre il 10 per cento. Con l’attuale tasso di occupazione delle camere, gli hotel saranno in grado di sostenere un massimo del 15 per cento di rincari. Il governo deve intervenire, come sta già facendo, per contenere i costi”.

Sul fronte della sopravvivenza degli alberghi “è chiaro – ha osservato il presidente di Federalberghi Roma – che se le bollette passano da 10 mila a 40 mila euro, va a morire l’utile aziendale e le strutture chiudono. Ce ne sono alcune che rischiano la serrata definitiva. Se a questa situazione, poi, innestiamo i problemi derivanti dall’inflazione e dall’innalzamento dei tassi di interesse, considerando che molte aziende sono ancora indebitate con i prestiti Covid, andiamo completamente in recessione e lasciamo il settore in mano a chi arriva, ha i soldi e compra tutto”.

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