Il governo ha firmato il decreto che definisce limiti e orari per l’accensione “degli impianti termici di climatizzazione alimentati a gas naturale”.
Tra le misure principali per limitare il consumo energetico quest’inverno figurano: quindici giorni in meno di accensione, riduzione di un grado della temperatura e di un’ora al giorno. Secondo la stima dell’Enea, questi provvedimenti ci permetterebbero di risparmiare 2,7 miliardi di metri cubi di gas. Non dovranno attenersi a queste indicazioni ospedali, asili, piscine, saune e alcune attività industriali e artigianali a cui i Comuni “abbiano già concesso deroghe ai limiti di temperatura, oltre che agli edifici dotati di impianti alimentati in prevalenza a energie rinnovabili”.
Il caro-bollette, che sta colpendo famiglie e imprese, mobilita i Comuni, con i sindaci pronti a chiedere al prossimo Governo fino a un miliardo di euro per non mandare in default i bilanci amministrativi.
Intanto, il numero uno di Eni, Claudio Descalzi, rassicura sulle scorte: il gas è sufficiente, salvo ci fossero incidenti tecnici, come ad esempio un guasto o una rottura a un impianto, che riguardano i Paesi fornitori o un freddo particolamente rigido. Comunque, “la crisi dei prezzi non si risolverà entro il 2023: ci vorranno almeno tre anni”, sentenzia il presidente di Nomisma Energia, in una intervista al settimanale “The Post internazionale” spiegando che “imporre un tetto al prezzo del gas è impossibile e inutile” e che “l’unica via possibile è quella del sostegno diretto dei governi a imprese e famiglie”.
Ma di base, “senza gas e senza combustibili ed energia di derivazione fossile non ce la possiamo fare in nessun caso”. Ma intanto, per ora, c’è il Piano di riduzione dei consumi di gas naturale previsto dal Mite con questo decreto che posticipa di 8 giorni la data di accensione dei termosifoni e anticipa di 7 giorni lo spegnimento. Date che variano a seconda delle sei zone climatiche individuate in Italia.
Per cui a Milano anziché il 15 ottobre il riscaldamento partirà il 22 e sarà spento il 7 aprile anziché il 15; a Roma, invece, il riscaldamento previsto dal primo novembre fino al 15 aprile sarà dall’8 novembre al 7 aprile. La temperatura nelle abitazioni, che è fissata a 20 gradi per convenzione, dovrà scendere a 19.
L’Enea (l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), che ha fornito al ministero le valutazioni per il risparmio energetico, pubblicherà un vademecum con le indicazioni essenziali per impostare correttamente la temperatura di riscaldamento che gli amministratori di condominio potranno rendere disponibile ai condomini. In presenza di “situazioni climatiche particolarmente severe”, avverte il Mite, i Comuni possono autorizzare l’accensione degli impianti termici alimentati a gas anche al di fuori dei periodi indicati dal decreto, purché per una durata giornaliera ridotta”.
E proprio i Comuni sono pronti a chiedere al prossimo governo 200 milioni da inserire nel dl Aiuti quater, e poi 800 milioni in legge di bilancio che potranno valere anche per il 2023 per le situazioni più critiche dei bilanci comunali, ha spiegato il delegato alla finanza locale dell’Anci, Alessandro Canelli annunciando “un pacchetto di misure anche tecnico-contabili per fermare il calo delle entrate dei comuni previsto per il 2023 e per far fronte al perdurare dell’incremento dei costi energetici”.