Cdp e quel delicato equilibrio per il futuro di Roma

Immobili di pregio, prestiti, banda larga con Acea e social housing. Ecco tutti i legami fra la il Campidoglio e Cassa depositi e prestiti i cui vertici, espressione del Tesoro, sono in scadenza nell'assemblea del 20 giugno.

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Immobili di pregio, mutui, fibra in partnership con Acea. E poi ancora social housing e sviluppo territoriale. Sono questi i principali temi che tengono banco nei rapporti fra il Comune di Roma e la Cassa Depositi e Prestiti in una partita in piena evoluzione. La posta in gioco è decisamente alta. In ballo ci sono non solo i rapporti finanziari fra l’istituto controllato dal Tesoro e il Campidoglio, ma soprattutto le prospettive di sviluppo della Capitale. Per questa ragione, nell’amministrazione guidata da Virginia Raggi c’è massima attenzione per l’appuntamento del 20 giugno (28 in seconda convocazione) quando il ministero dell’economia e delle finanze dovrà rinnovare i vertici della Cdp, custode di circa 250 miliardi di risparmi postali.

Dai nomi che il Tesoro tirerà fuori dal cilindro si potrà intuire se ci saranno ancora tempi duri per la Capitale o se Cdp potrà proseguire in un percorso costruttivo al fianco dell’amministrazione nell’interesse della città eterna e della sua immagine all’estero.

Finora le relazioni con Mise e Tesoro non sono state facili. Lo scorso febbraio il ministro Carlo Calenda aveva accusato la Raggi di immobilismo in una lettera in cui evidenziava i ritardi dell’amministrazione capitolina su diversi fronti. Nonostante il braccio di ferro con il Mise all’interno del tavolo per Roma, il Campidoglio è riuscito comunque a fare passi in avanti grazie anche al supporto della Cdp, attualmente guidata dai banchieri Fabio Gallia e Claudio Costamagna. Ne è una prova l’intesa raggiunta per la prima volta a Roma nel social housing.

Il progetto, annunciato a metà maggio da Cdp e Comune, farà nascere nuove abitazioni a locazione calmierata a Santa Palomba nel IX municipio su un’area da 75mila metri quadrati in prossimità delle stazioni ferroviarie di Pavona e Cancelliera, e poco distante da quella di Pomezia.

“Grazie al supporto finanziario di Cdp Investimenti sgr, il Fondo Santa Palomba Social Housing potrà realizzare oltre 950 alloggi di cui più della metà in locazione calmierata per 15 anni, il 15% in locazione con riscatto e il 30% in vendita convenzionata” ha puntualizzato una nota di Cdp. Per realizzare il progetto saranno investiti sul territorio della capitale 126 milioni con 20 milioni di euro in opere di urbanizzazione.

Non si tratta di cifre enormi, ma certamente di un segnale importante che indica come, nonostante i giochi politici, l’amministrazione Raggi e la Cassa Depositi e Prestiti si stiano al momento muovendo per portare avanti progetti importanti per la città e per i suoi cittadini. Fra questi, ad esempio, anche la diffusione della fibra su cui sta investendo Open Fiber, controllata da Enel e Cassa Depositi e Prestiti. Evidentemente il braccio finanziario del Tesoro non interviene nelle decisioni e nelle strategie della controllata. Ma il suoi supporto è fondamentale per un piano d’investimento da 375 milioni sull’intera Capitale.

Così come è essenziale l’accordo con il Campidoglio che controlla la multiutility Acea con cui Open Fiber ha siglato un’intesa che, sfruttando i cavidotti esistenti, abbatterà fino al 70% il costo di posa della fibra. A luglio partiranno anche i primi cantieri nell’area Sud di Roma e, nel giro di cinque anni, Open Fiber conta di aver ultimato il progetto che porterà la banda ultralarga a casa dei romani.

Intanto Cassa Depositi e Prestiti è anche impegnata sul fronte della valorizzazione di immobili romani di pregio che possono cambiare
il volto di interi quartieri. Prova ne è il caso della ex Caserma Guido Reni che, grazie alle esposizioni della Ninetynine, è diventata un punto di riferimento nel quartiere Flaminio, nella zona Nord della Capitale. O ancora per la ex Dogana di San Lorenzo, nell’area sud-est di Roma, letteralmente rinata grazie alla Mondomostre cui Cdp ha affittato la location dove oggi c’è anche un planetario. Non mancano chiaramente anche casi difficili come quello delle Torri dell’Eur, di proprietà della società Alfiere, joint venture fra Cdp e Tim. Al momento il progetto è fermo perchè l’ex monopolista ha intenzione di uscire dal piano di sviluppo. Tuttavia non è detto che, con il nuovo corso di Tim, nel cui capitale c’è anche Cdp, le cose in futuro possano anche cambiare.

Più delicato è infine il fronte dei rapporti finanziari fra la Cassa Depositi e Prestiti e il Campidoglio anche per via della doppia gestione (ordinaria e straordinaria) del debito. Ad oggi, sulla parte ordinaria, Roma capitale ha in piedi diversi mutui erogati dalla Cassa Depositi per oltre 500 milioni per i quali ha aderito alla rinegoziazione. Ci sono poi altri 1200 prestiti antecedenti al 28 aprile 2008 e in mano alla gestione commissariale per un miliardo e 776 milioni.

Fare ordine e ristrutturare i debiti è certamente una priorità per l’amministrazione capitolina che ha chiesto più volte al governo uscente l’affidamento della gestione commissariale.

Finora l’esecutivo ha fatto orecchie da mercante. Resta da vedere se le cose cambieranno con il nuovo governo che, lavorando all’unisono con Cdp e Campidoglio, potrebbe davvero permettere a Roma di ripartire. Al di là di qualsiasi gioco politico e
nell’interesse del Paese.

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