Oltre il 70% delle prenotazioni alberghiere di marzo disdette per la psicosi coronavirus.
È impressionante il racconto fatto a Radiocolonna di un lavoratore del settore alberghiero di Roma, rimasto anonimo per tutelare la sua immagine e quella della sua struttura. Uno di quei lavoratori che prendono le prenotazioni, parlano con clienti che provengono da ogni parte del mondo, sanno da quali Paesi arrivano le defezioni e hanno il polso della situazione più di altri, nel vasto mondo delle strutture ricettive romane. Il racconto fa riferimento a un gruppo che possiede due strutture, una da dieci camere, l’altra da venti.
“Le prime cancellazioni in massa si sono verificate tra il 25 e il 26 di febbraio. Il 26 mattina, nell’hotel più grande abbiamo assistito a quattro cancellazioni all’ora – spiega – una situazione che ha portato ben presto alla cancellazione del 70% delle prenotazioni di marzo, sia dall’estero che dal nord Italia”
Secondo il suo racconto, a determinare questo stato di cose c’è stata, da un lato, una comunicazione allarmistica che ha generato una psicosi generale, in Italia come all’estero. Dall’altro la percezione diffusa di un Paese bloccato, con musei chiusi, coprifuoco nei locali, una rete ferroviaria funestata da ritardi e cancellazioni. Un clima che non aiuta la ripresa dell’economia turistica della Capitale.