Commercianti: per fase 2 a Roma tavoli single, family e dehors

Le proposte in Commissione: Ztl aperte e procedure più snelle per uso esterni

Tavolini al Pantheon

Agevolazioni sui canoni d’affitto, apertura delle Ztl almeno fino a fine anno, utilizzo maggiore e semplificato degli spazi esterni, tavoli ‘family’ che deroghino al distanziamento sociale e tavoli ‘single’ con separatori in plexiglass, gel e guanti a disposizione di personale e clienti e procedure snelle per dehors e arredi, con l’obiettivo di poter ripartire gia’ il 18 o il 25 maggio. Sono alcune delle idee e proposte delle associazioni di categoria delle attivita’ produttive di Roma affidate oggi alla commissione Commercio del Campidoglio, presieduta da Andrea Coia (M5S), che se ne fara’ portavoce con Governo nazionale e Regione Lazio per cominciare a pianificare le riaperture in vista della fase 2 dell’emergenza coronavirus. “Bisogna andare cauti, essere forti e resistere anche per quelle attivita’ produttive che con la chiusura stanno soffrendo, privandosi del pane quotidiano”, ha detto Coia intervenendo in commissione.

“Oggi insieme alle associazioni di categoria abbiamo cercato di trovare un percorso di suggerimento a Regione e Governo sulle idee di Roma per la fase 2. Per esempio, io in settimana ho fatto un sondaggio provocatorio in cui chiedevo di scegliere tra tavoli con divisori in plexiglass e ristoranti con rispetto delle distanze in autovigilanza, e i risultati su un campione di 230 persone sono stati per il 70% favorevoli all’autovigilanza”. Con le associazioni, ha spiegato il presidente di commissione, “abbiamo ragionato su come si potra’ garantire l’esercizio a livello igienico-sanitario e di sicurezza, in particolare per ristoranti, pub e bar. I grandi locali dovranno avere dei percorsi di sicurezza per raggiungere i tavoli mentre i piccoli locali avranno una presenza interna limitata, quindi dovremo potenziare le Osp, come da mozione approvata in Assemblea capitolina”.

Le attivita’ produttive, ha continuato Coia, “sono un tessuto essenziale per la citta’ di Roma e per il Paese, quindi faremo tutto cio’ che e’ nelle nostre possibilita’ per rappresentare questo grido d’allarme e l’estrema necessita’ di ricominciare il prima possibile, utilizzando anche gli spazi all’esterno per garantire un fatturato che salvaguardi gli esercizi, perche’ i coperti attuali saranno dimezzati”. Tra le ipotesi al vaglio, ha concluso l’esponente M5S, “ci sono tavoli separati per realta’ sociali differenti, autocertificazioni e la distribuzione e obbligo di guanti e mascherine, vedremo se solo per i dipendenti o anche per i clienti”. Quella delle attivita’ produttive, ha spiegato Luciano Sbraga della Fipe Confcommercio, “e’ una situazione particolarmente compromessa: la nostra previsione su Roma per il 2020 e’, fino a fine anno e se le cose non peggioreranno ancora, almeno 2 miliardi, ovvero una perdita di consumi di quasi il 40% del totale. Quindi le imprese andranno comunque in sofferenza e senza aiuti non ce la faranno, se si pensa poi che da una nostra stima la riduzione media dei coperti sara’ nell’ordine del 40%”.

Per Claudio Pica, presidente della Fiepet Confesercenti, “abbiamo grossi problemi di liquidita’, le banche fanno ostruzionismo alle imprese nonostante il decreto Liquidita’ del Governo, quindi e’ importante per noi avere l’attenzione del Comune. Noi chiediamo i cosiddetti tavoli di famiglia, perche’ non ha senso distanziare persone che vivono insieme, e garanzie su misure come l’attivita’ di controllo di forze dell’ordine e Polizia locale: non vorrei che queste verifiche penalizzassero gli esercenti con multe amministrative o sospensione della licenza qualora gli avventori non rispettassero le distanze. Bisogna capire chi deve esercitare il controllo, se verra’ utilizzato il buonsenso e se ci sara’ un’attivita’ vera e massiccia controllo sul territorio”.

Inoltre, ha proseguito Pica, “chiediamo procedure semplificate per i tavolini all’aperto, come un piccolo disegno che si puo’ produrre in pochissimo tempo, perche’ noi il 18 o il 25 maggio vorremmo gia’ essere pronti con i dehors. Vogliamo pero’ chiarezza: se rispettiamo il catalogo degli arredi e a settembre comincia a fare freddo, chiediamo che non si debba integrare la Scia per mettere le stufe”. Infine “va bene i tavoli a 1,5 metri ma chiediamo ancora una volta i tavoli famiglia; siamo d’accordo sulla sanficazione e sulla dotazione di dispenser di gel disinfettante e anche le mascherine per chi non le avesse. I pubblici esercizi vogliono riaprire, anche se qualcuno ha paura di non farcela e vorrebbe rimanere chiuso a causa dei costi”.

Enrico Corcos, presidente dell’Associazione Botteghe Romane, ha fatto sapere che “stiamo raccogliendo tutte le idee dei soci tramite un modulo che abbiamo inviato, e finora le risposte sono tutte sui canoni d’affitto: molti chiedono, oltre al credito d’imposta, un aiuto del 25% sul canone o sulla garanzia della banca. C’e’ poi molta confusione e molte risposte che non arrivano, come sulla Cig che non si sa se verra’ rinnovata o meno: molte aziende a giugno chiuderanno”. E mentre Roberta Pepi, gestore dello storico locale ‘Da Robertino’, lancia l’idea dei “tavoli ‘single’. Da noi dal lunedi’ al giovedi’ spesso le persone vengono da sole, e tramite un divisorio ‘parafiato’ persone che non si conoscono possono condividere il tavolo”, il presidente di Lupe Roma – Libera Unione Pubblici Esercizi, Fabio Mina, chiede di “superare la logica dei Pmo, perche’ all’emergenza bisogna rispondere con l’emergenza snellendo i processi e mettendo a sistema tutte le procedure”. Per Mina e’ “necessaria la modifica della 241/1990, bisogna valutare la possibilita’ di presentare delle Scia che permettano alla categoria gia’ dal giorno dopo, in autonomia e mantenendo decoro e dettami, di provare a ripartire. Dico provare perche’ i nostri incassi si ridurranno minimo a un terzo, e sono ottimista. Il differimento delle tasse ci risolve ben poco a fronte delle spese che sosterremo”. Intanto, ha concluso il presidente di Lupe Roma, “chiediamo l’apertura delle Ztl fino a fine anno e che nella startup della fase 2 dal 4 al 18-25 maggio si possa fare l’asporto e permettere a tutti di esercitare il delivery autonomamente, e non come oggi con l’obbligo di rivolgerci alle grandi piattaforme che hanno un costo minimo del 30%”.

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