Nei mesi scorsi la Coop e il gruppo Sma-Auchan con il marchio Simply, adesso Carrefour. Nonostante gli affari durante il lockdown, i grandi marchi della distribuzione alimentare chiudono o cedono in franchising supermercati e punti vendita a imprenditori locali. Con il rischio di lasciare spazio alle infiltrazioni mafiose e peggiorare le condizioni di lavoro in un settore fortemente precarizzato.
L’allarme arriva dall’Osservatorio regionale per la legalità, ma anche dal sindacato Cobas e dalla Uiltucs, che ha avviato – informa ‘’La Repubblica’’ – tra i dipendenti dei supermercati la campagna “Fallo dire a noi”, con uno sportello per raccogliere denunce anonime.
Il clima non è dei migliori. Carrefour nei prossimi mesi cederà in franchising almeno 16 supermercati, più di un terzo della loro rete, lasciando circa cento dipendenti sul lastrico. “Esuberi strutturali”, li chiamano. Anche i lavoratori degli ex punti vendita Sma-Auchan e del marchio Simply sono a rischio precariato. Il gruppo ha ceduto 40 supermercati e 4 ipermercati: la metà rilevata da associati Conad e 14 dal gruppo Tuodì.
Chiusura scongiurata, ma «c’è un forte rischio di precarizzazione», dice a ‘’La Repubblica’’ Alessandro Contucci, segretario regionale Uiltucs. A sud del Raccordo le cose non vanno meglio. Unicoop Tirreno ha ceduto una ventina di punti vendita a Roma, Latina, Tivoli, Priverno, Formia e Marcellina. Cinque sono stati rilevati dalla Leale srl, coinvolta a settembre in un’inchiesta dei Nas per frode in commercio di sostanze alimentari nocive.
“È il lato oscuro delle aziende in franchising. Stiamo assistendo ad una compressione dei diritti, anche salariali, e della salubrità dei prodotti”, dice Francesco Iacovone, dirigente Cobas. Oltre alle condizioni dei lavoratori, c’è il rischio infiltrazioni.
I dati del Viminale sono allarmanti: oltre 165 mila società hanno cambiato assetti dall’inizio del lockdown e le operazioni sospette nel Lazio sono 8.840 solo nel primo semestre 2021. Di “economia estremamente fragile” e “facilmente penetrabile da operatori economici contigui a compagini manose”, parla l’Antimafia nelle sue relazioni. “Il Mercato Ortofrutticolo di Fondi e il Centro Agroalimentare di Guidonia (…) sono tra le realtà economiche più (…) attrattive per la criminalità organizzata”, si legge.
Come dimostra l’operazione “Giù le mani”, che ha colpito la ‘ndrina dì ‘ndrangheta Morabito Mollica – Palamara – Scriva nelle sue ramificazioni capitoline, tra i settori di riferimento dell’associazione c’era anche la grande distribuzione agroalimentare, “attraverso prestanome – si legge nell’ultimo rapporto della Regione sulle mafie nel Lazio – che sono penetrati nella grande distribuzione attraverso supermercati della catena Carrefour”.
“È in atto un gigantesco processo di reinvestimento di denaro delle mafie nel sistema produttivo laziale – spiega a ‘La Repubblica’ Gianpiero Cioffredi, presidente dell’Osservatorio per Legalità – II presidente della Regione Zingaretti e il Sindaco Gualtieri hanno chiesto al Governo di candidare Roma come sede dell’Agenzia Antiriciclaggio Europea di recente costituzione ed è una richiesta che tutti dovrebbero fare propria”.