Consiglio Lazio approva piano regionale rifiuti

È scontro Raggi-Zingaretti

Tmb di Rocca Cencia (agosto 2020)

Riduzione della produzione dei rifiuti, sostegno alla raccolta differenziata, equilibrio impiantistico e sviluppo dell’economia circolare. Sono questi i principali obiettivi del nuovo Piano di gestione dei rifiuti del Lazio 2019/2025 approvato, ieri sera, a maggioranza dal Consiglio regionale del Lazio.

Il testo ha ottenuto il voto favorevole della maggioranza, contrario il centrodestra e il M5s. In Aula era presente il governatore della Regione Lazio Nicola Zingaretti. Ma è subito scontro con il Campidoglio: il piano prevede, infatti, la definizione degli Ato su base provinciale. E’ stata cancellata, dunque, la previsione di un sub ambito per quanto riguarda la città di Roma, che però sarà comunque obbligata a essere autosufficiente per quanto riguarda gli impianti di trattamento e di smaltimento dei rifiuti, discariche comprese.

“La Regione Lazio anche sui rifiuti ha fatto il suo dovere. Meno rifiuti prodotti, più differenziata, nuovi impianti e sviluppo economia circolare. Ora basta furbizie – commenta subito dopo l’approvazione il governatore Zingaretti -. Tutti si devono assumere le proprie responsabilità per una gestione green del ciclo. I rifiuti non sono un problema, ma una risorsa“.

Non tarda ad arrivare la dura replica da parte della sindaca di Roma, Virginia Raggi: “Zingaretti parla di furbizie sui rifiuti. L’unica furbizia è quella del tuo piano regionale. Roma e i suoi tre milioni di abitanti non meritano altre discariche e tmb nella loro città. Non rispetti nemmeno la parola data”, tuona su Twitter Raggi.

Sulla stessa linea di Raggi anche i consiglieri capitolini M5s: “La chiamano ‘autosufficienza’ sui rifiuti, ma è sempre il vecchio Pd: il partito delle discariche – attacca il presidente della commissione Ambiente di Roma Daniele Diaco -. L’emendamento presentato in Regione vorrebbe obbligare Roma a costruire altre discariche e tmb per provvedere ai propri bisogni, pretendendo che ogni Comune del Lazio si arrangi da sé. Bene, noi non ci stiamo”.

“Il Pd trasformerebbe in discarica anche il Colosseo – aggiunge il consigliere Paolo Ferrara -. Siamo pronti a difendere Roma coi denti da questi barbari”. Soddisfatti, invece, dal centrosinistra: per il presidente del Consiglio regionale del Lazio Mauro Buschini (Pd) il nuovo Piano è “un atto determinante e strategico per il Lazio, che fornisce le prescrizioni per tutti i territori nell’interesse dei cittadini, dell’ambiente e della funzionalità economica”.

Il voto finale è arrivato al termine di una seduta iniziata martedì 28 luglio e conclusa ieri sera, dopo sei sessioni di Aula, in cui sono stati approvati circa 130 emendamenti sugli oltre 700 presentati. Alcuni di questi hanno innescato ampi dibattiti, come quelli sulla definizione degli ambiti territoriali ottimali (Ato) e quelli sui termovalorizzatori. Il nuovo Piano si articola in quattro parti: la “sezione rifiuti urbani”, che ha impegnato maggiormente l’Aula, con cinque sedute dedicate; la “sezione rifiuti speciali”; la “sezione criteri di localizzazione”; infine, la “valutazione ambientale strategica (Vas)”. Nella seduta del 28 aprile, l’assessore Massimiliano Valeriani aveva illustrato i punti principali della proposta di delibera e replicato agli interventi della discussione generale. Ieri, il Consiglio ha concluso l’iter dopo aver ampiamente dibattuto sulle due questioni principali: la definizione degli Ambiti territoriali ottimali – le zone in cui viene diviso il territorio regionale per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti – e i termovalorizzatori. Ad accendere lo scontro tra la Regione Lazio e il Campidoglio è stata proprio la questione degli Ato, gli Ambiti territoriali ottimali.

Alla fine, l’Aula ha approvato un emendamento dell’assessore Valeriani che prevede il ritorno alla definizione degli Ato su base provinciale, cancellando quindi la previsione di un sub ambito riferito alla città di Roma, che però sarà comunque obbligata a essere autosufficiente per quanto riguarda gli impianti di trattamento e di smaltimento dei rifiuti, discariche comprese. Stesso principio si applicherà anche alla Provincia, quella che l’assessore ha definito “la ciambella”: il territorio dell’area metropolitana escluso il Comune di Roma. In base all’emendamento di Valeriani (votato con alcuni subemendamenti), i cinque Ato dovranno essere autosufficienti, ma una volta raggiunto questo obiettivo non potranno essere autorizzati nuovi impianti se non di nuova tecnologia, nel rispetto dei principi dell’economia circolare. I singoli Comuni, entro 180 giorni dall’entrata in vigore del Piano, potranno chiedere di essere assegnati a un Ato differente da quello “territoriale”. Fino al raggiungimento dell’autosufficienza, gli Ambiti potranno utilizzare impianti presenti in altri Ato, per un periodo massimo di 36 mesi. Entro 120 giorni dalla data di pubblicazione del Piano sul bollettino ufficiale, infine, il Consiglio regionale dovrà approvare una legge che regoli il funzionamento degli Ato e degli enti di gestione.

Sulla questione dei termovalorizzatori, invece, la discussione è stata innescata da una serie di emendamenti presentati (e respinti dall’Aula) da Giuseppe Simeone (FI). “Questo è un punto importante per noi – ha detto il presidente del gruppo di Forza Italia nell’illustrare le sue proposte emendative – per noi la termovalorizzazione chiude veramente il ciclo dei rifiuti nel Lazio”. Per questo Simeone ha invitato la Giunta a “dire come avete intenzione di trattare questa materia che esce dai Tmb”. L’assessore Valeriani ha replicato spiegando che “questo elemento della termovalorizzazione non ci convince. Lo abbiamo detto a più riprese, le opinioni sono nettamente differenti. Noi abbiamo costruito un Piano che punta a marginalizzare sempre di più gli impianti di smaltimento, termovalorizzazione e discariche, in cui abbiamo posto come obiettivo prioritario la riduzione dei rifiuti, l’aumento della raccolta differenziata e, coerenti con le previsioni dell’economia circolare, il recupero e il riuso. Da qui l’opzione di riconversione di tutti i Tmb presenti nel Lazio, che dovranno diventare, come Colleferro, impianti che recuperano la materia. Meno rifiuti. Più riciclo. Più riuso. Meno quantità da portare a smaltimento”, ha detto Valeriani. Al termine della seduta, il presidente Buschini ha comunicato all’Aula che la Conferenza dei presidenti dei gruppi consiliari ha stabilito di rinviare a dopo la pausa estiva l’esame degli ordini del giorno collegati alla proposta di deliberazione consiliare.

Critiche le opposizioni in Consiglio regionale del Lazio, che hanno votato contro il piano di gestione dei rifiuti. Il M5s regionale, pur votando in ordine sparso sulla questione Roma, ha respinto compattamente l’intero Piano: “rappresenta la sintesi perfetta del motto di gattopardiana memoria: cambiare tutto per non cambiare niente – commenta il M5s Lazio -.Questo Piano – conclude il M5s Lazio – non risolverà le criticità del fragile sistema di gestione dei rifiuti della regione Lazio e darà l’asisst alla Comunità Europea, per sanzionarci, sempre per le stesse motivazioni. E a pagarne le spese, economiche e non, ancora una volta saranno i cittadini”. Per il capogruppo della Lega in Consiglio regionale del Lazio Orlando Angelo Tripodi, il piano della Regione Lazio sui rifiuti “è un manifesto ideologico perché l’impianto di Colleferro è un’incognita, mentre sono stati negati i termovalorizzatori di ultima generazione che avrebbero risolto l’emergenza rifiuti a Roma e nel Lazio, ingigantita dal presidente Nicola Zingaretti e dall’ex sindaco Ignazio Marino con la chiusura di Malagrotta senza un’alternativa”. Secondo il consigliere regionale del Lazio, Stefano Parisi, “il nuovo Piano rifiuti non risolve i problemi del Lazio. Nonostante il Consiglio regionale abbia approvato il nostro emendamento, che pone come priorità la chiusura del ciclo dei rifiuti all’interno della regione entro il 2025, il Piano non va in questa direzione e questo obiettivo non verrà rispettato. Questo Piano – continua Parisi – è ideologicamente contro le imprese private, promuove infatti la realizzazione di impianti esclusivamente in capo a soggetti pubblici. A nostro avviso il pubblico dovrebbe solo svolgere il ruolo di controllore e lasciar operare chi è veramente competente. Il documento inoltre scarica sui comuni le responsabilità di raggiungere gli obiettivi irrealistici di raccolta differenziata che si pone”.

Tra i principali obiettivi, il Piano indica da una parte le azioni di contrasto alla produzione dei rifiuti e allo sviluppo della raccolta differenziata, mentre dall’altra parte prevede l’indicazione degli impianti necessari per il trattamento e lo smaltimento delle varie tipologie di rifiuti, da quelli urbani a quelli industriali, dai rifiuti speciali ai fanghi dei depuratori, all’interno delle localizzazioni fornite dalle province. Come spiega la Regione Lazio, sono pertanto due i pilastri della nuova pianificazione regionale: l’autosufficienza del Lazio e un’equa ripartizione territoriale del peso impiantistico – per chiudere il ciclo dei rifiuti all’interno dei propri confini – e l’economia circolare con investimenti e interventi concreti per favorire la raccolta differenziata, il riciclo e il riuso delle materie, sostenendo la realizzazione di una filiera industriale ecosostenibile. Per quanto riguarda l’economia circolare, la Regione Lazio, sottolinea, di aver già avviato politiche e investimenti, dagli accordi con la Grande distribuzione organizzata per la riduzione degli imballaggi al contrasto del consumo della plastica monouso nelle sedi istituzionali e delle aziende partecipate. Dall’introduzione della tariffa puntuale, secondo il principio “che meno si inquina e meno si paga”, ai contributi per la creazione di isole ecologiche e centri di compostaggio nei Comuni del Lazio, che negli ultimi anni hanno già ricevuto oltre 87 milioni di euro dalla Regione. Dal progetto sperimentale per il recupero della plastica in mare, che ha già permesso di raccogliere e riciclare circa 70 tonnellate di plastica, alla promozione dei centri per il riuso. Dai corsi di formazione per Green Manager, con l’obiettivo di promuovere la corretta gestione del ciclo dei rifiuti in istituzioni, ospedali, scuole e grandi aziende pubbliche e private, alle campagne di sensibilizzazione ed educazione ambientale nelle scuole del Lazio. Fino alla realizzazione di un innovativo compound industriale a Colleferro, dove verranno trattati i rifiuti indifferenziati con processi di lavorazione a freddo, permettendo il recupero di materie prime, senza alcun impatto ambientale, che potranno essere rimesse sul mercato.

Il Piano rifiuti persegue, inoltre, il riequilibrio territoriale degli impianti e all’autosufficienza del Lazio nella chiusura del ciclo dei rifiuti. La Regione ha confermato la suddivisione degli Ambiti territoriali ottimali prevista nel precedente Piano regionale 2012, individuando 5 Ato per la gestione dei rifiuti urbani, coincidenti con i territori delle 5 province, che dovranno essere autonome nel trattamento e nello smaltimento, secondo i principi di autosufficienza e prossimità. Sulla scorta della delibera sulla Qualità dell’Aria, inoltre, la Giunta regionale ha deciso la dismissione dell’impianto di termovalorizzatore di Colleferro, assegnando a Lazio Ambiente la progettazione di un innovativo presidio industriale, in cui sarà possibile eseguire processi di lavorazione a freddo per estrarre risorse dai rifiuti in uscita dai Tmb. Il Piano rifiuti mira anche a raggiungere il 70 per cento di raccolta differenziata nel Lazio entro il 2025. Attualmente la differenziata a livello regionale è al 47,3 per cento, con un aumento di oltre 25 punti percentuali negli ultimi sette anni, mentre per la prima volta dal 2003 è diminuita la produzione di rifiuti nel Lazio, scendendo sotto i 3 milioni di tonnellate all’anno (riduzione di 53.000 tonnellate). Nel prossimo triennio verranno investite ulteriori risorse, pari ad oltre 50 milioni di euro, per sostenere i Comuni nell’applicazione della Tarip, nella creazione di isole ecologiche e di centri di compostaggio. Saranno promosse – spiega ancora la Regione Lazio – agevolazioni per imprese e Comuni che riducono la produzione di rifiuti, verrà favorita la realizzazione di centri per il riuso, oltre ad una serie di misure e di iniziative per tutte le tipologie di rifiuti. Infine, dopo i diversi casi illeciti che si sono registrati nella gestione del ciclo dei rifiuti si è deciso di inserire tra gli obiettivi specifici del Piano anche il rafforzamento delle attività di controllo e di vigilanza in materia di tutela ambientale e misure per la legalità e la sicurezza.© Agenzia Nova – Riproduzione riservata

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