Contano i mezzi, non gli impianti. La linea Filippi per Ama

Il manager romano, l'ennesimo chiamato al capezzale della municipalizzata, punta tutto sulle officine. O quasi

Cumuli di rifiuti in zona Porta maggiore, a Roma.

Gli impianti non sono un problema. I mezzi semmai sì. Il nuovo dg Alessandro Filippi, ennesimo manager chiamato a prendere il timone della municipalizzata dei rifiuti, ha bene in mente come evitare una nuova crisi della spazzatura. “Stiamo lavorando per far tornare alla normalità la raccolta e lo svuotamento dei cassonetti”, ha spiegato Filippi in Commissione Ambiente in Campidoglio, puntualizzando il percorso per rendere più efficiente la gestione ordinaria della municipalizzata dei rifiuti.

Per tornare a pieno regime è necessario “il pieno impiego delle officine interne e l’attenzione a quelle esterne per il recupero dei mezzi”. L’alto dirigente individua questa priorità mentre non avverte criticità sul conferimento finale dei rifiuti ormai in sicurezza per una pluralità di soluzioni fornite da operatori terzi. Anche la trasparenza e la misurabilità completa del lavoro sulla filiera complessiva gestita da Ama sono stati oggetto delle domande dei commissari.

Filippi ha spiegato di voler utilizzare “strumenti digitali”. Potrebbero consentire una “rilettura delle modalità di erogazione dei servizi durante la settimana, in accordo col sindacato”, oltre a una revisione del piano industriale recentemente varato dal consiglio di amministrazione di Ama. E gli impianti? “Sugli impianti non abbiamo difficoltà di conferimenti. La disponibilità di spazi, anche per la pluralità degli interlocutori, non ci desta preoccupazione”

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