Covid 19: Europa sì, Europa no

L’emergenza salute e le divergenze sul Mes rischiano di far saltare l’Unione economica del vecchio Continente

 

Le difficoltà di trovare un accordo sul Mes (Meccanismo salva stati)  fra i Paesi dell’Unione Europea per fronteggiare uniti la crisi economica provocata dall’emergenza sanitaria è un ennesimo colpo alla sua credibilità della UE.

Tornano infatti in auge i detrattori, come Matteo Salvini, che la dipingono in mano ai Paesi del nord, con in prima linea Germania e Olanda che tramano a scapito dell’Italia; che versa molti miliardi alle “casse comuni” e ne prende ben pochi indietro.

Al di là di affermazioni strumentali come quelle del leader della Lega, il Covid 19, oltre a scoprire molti limiti del capitalismo basato sui consumi, mette a nudo tutte le occasioni mancate dell’Unione Europea, in primis l’unione fiscale, da cui non si può prescindere per l’emissione di qualsiasi coronabond.

La gente, oltre che in preda alla paura di contrarre il virus, nonché disorientata dalle continue proroghe del calendario scolastico come di qualunque altra attività e preoccupata dall’incertezza delle vacanze, comincia a chiedersi quando e come riprenderà la vita normale.

Dell’Europa, buona o cattiva che sia, non ci si è mai preoccupati in passato di conoscerla realmente. Ora dovremmo diventarne più consapevoli e “istruiti”. A partire dall’importanza dei soldi che maneggiamo, gli euro,  uguali e unificanti per tutti i Paesi europei. E ciò dovrebbe bastare, anche se Salvini non è d’accordo, per farci immaginare un futuro impossibile senza l’Europa Unita.

Proprio le difficoltà del domani , per tutti sempre più gravi, dovrebbero accelerare oggi quel rafforzamento istituzionale, soprattutto politico e fiscale dell’Unione, che avrebbe dovuto seguire alla creazione della moneta unica. E questo vuoto, se dovesse continuare, rischierebbe, in breve, di travolgere euro e UE insieme a tutti noi.

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