I commenti sull’emergenza sanitaria e la conseguente recessione dell’economia mondiale si sprecano, ma quello sul New York Times del premio Nobel dell’economia, Paul Romer insieme ad Alan M. Garber, medico ed economista ad Harvard, lascia il segno sulle politiche dei vari governi, definite contradditorie e votate a un fallimento catastrofico.
Un giudizio che fa apparire ancor più pericoloso il virus che da una parte all’altra del mondo riesce a infilarsi fra le strette maglie delle misure adottate per arginare il contagio, mentre continua a sfuggire a qualsiasi antidoto, messo a punto dalla ricerca delle grandi case farmaceutiche.
Romer e Garber colgono alla radice l’impotenza dei governi che tardano a rendersi conto dell’errore di essere fino ad ora intervenuti in ordine sparso contro il subdolo nemico di tutti. Se c’è una possibilità di resistenza, se non di vittoria, si rende necessaria un guerra globale tanto sul fronte della salute che su quello dell’economia.
Insistere a fermare il contagio solo con le ‘’reclusioni’’ di massa e i divieti di mobilità non basta. Occorre allargare e rendere sempre più rapida, attraverso la ricerca biologica e la tecnologia, la possibilità di accertamenti alla positività al coronavirus. E’ il presupposto per riuscire a sottoporre fasce sempre più ampie di popolazione e quindi poter isolare in fretta i contagiati, soprattutto quelli che non presentano segni di malattia, (cosiddetti portatori sani.)
Contestualmente non basta intervenire sul piano sanitario e aumentare le possibilità di ospedalizzazione, occorre anche investire nella sicurezza da offrire ai lavoratori per dare la possibilità alle aziende di continuare a produrre e a vendere le merci in altrettanta sicurezza per i compratori.
Fino ad ora i governi hanno agito sul piano repressivo e offerto aiuti di carattere finanziario, ma così facendo, tenuto conto che occorrerà molto tempo per disporre di un vaccino, si finirà solo per accelerare l’asfissia dell’economia. Occorrono invece cospicui investimenti nel sistema economico che solo gli Stati sono in grado di sostenere. Si tratta infatti di realizzare al più presto eccezionali condizioni di sicurezza nelle aziende che producono beni strumentali e in quelle che forniscono i vari servizi, baluardo della società occidentale.
Successivamente gli Stati dovranno intervenire per stabilizzare i profondi e rapidi cambiamenti nei consumi e nelle abitudini che l’ emergenza sanitaria ha comportato.