Nella Capitale quasi 9 ristoranti e bar su 10 oggi hanno riaperto al pubblico oggi con il ritorno in zona gialla.
La stima arriva dal presidente della Fiepe-Confesercenti di Roma, Claudio Pica, che spiega: “a Roma e nel Lazio circa l’88% di bar e ristoranti sono aperti e si dovrebbe arrivare al 95 per cento nel weekend – spiega Pica – c’e’ un discreto flusso di clienti sia in centro che in periferia”.
“Ci auguriamo che nei prossimi incontri con l’assessore capitolino si possano trovare soluzioni per chi non ha spazi esterni -aggiunge Pica- Siamo anche in contatto con questura e polizia locale per far arrivare quanto prima indicazioni chiare sulle modalita’ di erogazione dei servizi e chiarire i dubbi sugli orari tra bar e ristanti”.
In molti nella Capitale hanno deciso oggi di concedersi un pranzo fuori o un caffe’ ai tavolini esterni dei bar, approfittando della giornata di sole. Dal centro ai quartieri piu’ residenziali i clienti stanno tornando a ripopolare bar e ristoranti. “Il sole ci sta aiutando – commenta un dipendente di un ristorante in zona piazza Bologna – sta andando bene, non possiamo lamentarci. Molti sono clienti abituali che oggi stanno tornando a trovarci”.
Intanto il Codacons ha deciso oggi di lanciare un ricorso collettivo al Tar del Lazio in favore dei ristoratori italiani e delle imprese del settore del wedding, categorie “penalizzate dal decreto del governo sulle riaperture in epoca di emergenza da Covid-19”.
“Le ultime disposizioni che regolano a partire dal 26 aprile la ripresa delle attivita’ economiche – si legge in una nota dell’associazione di consumatori – sono incostituzionali nella parte in cui discriminano determinati esercizi limitandone orari e modalita’ di apertura al pubblico. E’ il caso dei ristoranti che non dispongono di spazi all’aperto e che dovranno rimanere chiusi o limitarsi al take away e alle consegne a domicilio, o al settore dei matrimoni, per il quale il governo non ha previsto ancora una data per la ripresa degli eventi”. Eppure, secondo l’associazione di consumatori, all’interno dei ristoranti al chiuso e nei locali che organizzano cerimonie “e’ possibile garantire la sicurezza degli avventori ricorrendo al distanziamento, alla riduzione della capienza massima, a sale ad hoc per vaccinati e ad altre misure che permettano a tali attivita’ di tornare a lavorare nel rispetto delle norme anti-Covid”. Secondo Codacons “il decreto del governo realizza un’illegittima discriminazione tra locali, con cinema, teatri e librerie che, pur essendo al chiuso, possono ospitare clienti, a differenza dei ristoranti che non dispongono di spazi all’aperto”; ecco perche’ e’ stato lanciato un ricorso collettivo al Tar del Lazio al quale potranno da oggi aderire tutti i ristoratori italiani e tutte le imprese che operano nel settore del wedding “finalizzato a chiederne l’annullamento nella parte in cui impedisce a tali attivita’ di operare al pari di altre categorie di esercizi”.