“Ancora grande stallo sulla questione relativa ad una possibile retromarcia del Governo circa la sospensione della chiusura alle 21 dei locali che non hanno servizio al tavolo. La situazione sarebbe ancora peggiore – stando alle ultime indiscrezioni – qualora il governo decidesse di chiudere tutte le attivita’ alle ore 22. Secondo i dati in nostro possesso la ristorazione classica perderebbe 28 milioni di euro a settimana fino al 30 novembre. Una scelta, per cui, da scongiurare e su questo abbiamo chiesto al Comune di Roma e alla Regione Lazio di aprire tavoli istituzionali per discuterne con il mondo associativo e trovare una soluzione. Altrimenti, sara’ uno tsunami sociale, un dramma senza precedenti per la Capitale con gravissime ricadute economiche – piccole medie imprese falliranno – e migliaia di disoccupati. Gli esercenti chiedono risposte, cosi’ non c’e’ futuro”.
E’ quanto dichiara in una nota Claudio Pica, vicepresidente nazionale della Fiepet-Confesercenti e presidente della Fiepet-Confesercenti di Roma e Lazio.
Proprio questa mattina si è tenuta a Palazzo Valentini, una riunione presieduta dal prefetto di Roma Matteo Piantedosi, a cui hanno partecipato la sindaca Virginia Raggi e i rappresentanti di Confcommercio, Confesercenti, Conf. nazionale artigianato, Federlazio e Confartigianato. L’incontro, secondo quanto si apprende, è stato un momento di confronto con le associazioni per una più efficace applicazione delle prescrizioni in materia di contenimento e contrasto all’emergenza Covid.
“La sicurezza pubblica e’ la priorita’ assoluta, ma nuove restrizioni rischiano di mettere definitivamente in crisi il sistema delle piccole e medie imprese italiane. Da qui a Natale sono in gioco oltre 270 miliardi di consumi: ulteriori limitazioni all’attivita’ economica si tradurrebbero nella scomparsa di migliaia di attivita’ e posti di lavoro”. Cosi’ Confesercenti commenta le indiscrezioni sulle misure anti-contagio allo studio da parte del Governo. “Bisogna intervenire sull’economia solo se strettamente necessario, in maniera circoscritta e – soprattutto – rendere disponibili subito, fin dal primo giorno, nuovi aiuti. Interventi di sostegno certi, rapidi e adeguati, destinati alle imprese che entrerebbero in crisi per effetto delle restrizioni”.