Crisi economica: a Roma si cercano strategie commerciali

Tavolini on the road, negozi con orari liberi, monopattini che sfrecciano...libertà disordinate e senza un piano chiaro per il "rilancio" di una Città in crisi

Nei negozi fino a tardi e più tavolini in strada.  Così il  Comune cerca di rammendare  la crisi del commercio. Poi una possibile estensione della quota extra concessa a bar e ristoranti per i tavolini all’aperto.

Come dice il Corriere della Sera potrebbe arrivare oggi la firma dell’ordinanza che elimina i paletti agli orari di apertura dei negozi: dopo l’emanazione, domenica, del provvedimento regionale, il Campidoglio si è messo al lavoro, se non fosse che le ultime integrazioni sono state apportate ieri.

Come anticipato, decadrà il limite delle 21.30 per gelaterie, pizzerie a taglio, laboratori artigianali alimentari, che potranno allungarsi in fascia serale, più frequentata e redditizia rispetto a quella mattutina.  (e vai con la movida! ndr).
Di contro, ad altri esercizi (ferramenta, rivenditori di materiali edili, autofficine) sarà consentito di anticipare per soddisfare le esigenze della clientela.

Nella capigruppo di ieri, nel frattempo, alla quale hanno partecipato anche l’assessore allo Sviluppo economico, Carlo Cafarotti, e il presidente della commissione Commercio, il 58 Andrea Coia, si è discusso della delibera di giunta per l’ampliamento delle occupazioni di suolo pubblico con procedura semplificata. Si è registrata convergenza sulla maggior parte delle proposte di emendamento, in particolare sull’aumento della porzione di suolo pubblico concessa ai titolari di bar e ristoranti; più del 35 per cento previsto attualmente, ma bisognerà trovare la sintesi tra la linea Coia, non dissimile da quella di Fdl, che vorrebbe cancellare qualsiasi limite a priori (unici vincoli la distanza di 5 metri dai monumenti e il rispetto del Codice della strada) e la posizione più restrittiva del Pd.

Cafarotti teme che troppo tavolini finiscano per cannibalizzarsi a vicenda. Sintonia tra i partiti sulla necessità di derogare al Catalogo degli arredi – i ristoratori potranno allestire all’esterno tavoli e sedie inutilizzati all’interno – mentre l’ipotesi di estendere le misure anche ai laboratori artigianali rimane uno dei temi più controversi: idem sono favorevoli soltanto per le librerie, mentre Coia vorrebbe includere un ventaglio più ampio.

Da definire anche la durata delle misure straordinarie: nelle delibera di giunta si indica come termine il 31 dicembre, il presidente della commissione Commercio e Fdl vorrebbero invece che le richieste si potessero presentare fino alla fine dell’anno, per poter usufruire di un ampliamento nei 18 mesi successivi.

Spetterà a Coia il compito di armonizzare le proposte (domani la relazione in commissione), mentre si attendono i pareri dei Municipi, sollecitati ad accelerare, per portare il testo in aula la prossima settimana.

E però a 17 giorni dalla riapertura, il bilancio delle associazioni di categoria, Confcommercio e Confesercenti, resta negativo: finora ha riaperto, nel complesso, l’85% delle attività che a luglio, anche grazie agli spostamenti interregionali, salirà al 95 per cento.

«Se gli incassi saranno ancora cosi ridotti e se i contributi e le agevolazioni previsti dal decreto Rilancio tarderanno ancora – aggiunge  Pietro Farina, dg di Confcommercio Roma – da qui a tre mesi tra 2omila e 4omila imprese saranno costrette a chiudere, con 150/20omila lavoratori a rischio disoccupazione».

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