C’è tempo fino a domani alle 15 per votare ai ballottaggi per eleggere i sindaci di 65 Comuni, inclusi 10 capoluoghi di provincia: Roma, Torino, Trieste, Varese, Savona, Latina, Benevento, Caserta, Isernia e Cosenza. Sono coinvolti circa 5 milioni di italiani, ma finora se ne sono recati alle urne poco più di 1,3 milioni, secondo i dati provvisori sull’affluenza. Alle 19 era al 26,71%, in calo di cinque punti rispetto al primo turno, con un tasso di astensione forte soprattutto al Sud, destinato a essere ancor più alto rispetto al 45,31% registrato due settimane fa a livello nazionale. Domenica 3 ottobre alle 19 in quei Comuni aveva votato il 31,65%, e guardando ai precedenti non è certo una sorpresa che i ballottaggi attirino meno elettori del primo turno. Nel 2016, fra i due appuntamenti si era passati dal 62% al 50%. Ma certo i partiti guardano con attenzione, e qualcuno con preoccupazione, a questa variabile, che può influenzare molti dei testa a testa in ballo.
Al di là dei singoli interessi personali è evidente che quando si reca alle urne meno di un elettore su due il messaggio di disaffezione alla politica è potente e non può non far aprire profonde riflessioni nelle segreterie dei partiti. Il risultato di alcune di queste partite può avere ripercussioni a livello nazionale. Riflettori puntati in particolare su Roma, con 2,3 milioni di elettori, di cui per ora ha votato uno su quattro (-4%). La scheda non è più il lenzuolo con 22 candidati: a conclusione di una campagna elettorale decisamente calda sono in corsa Roberto Gualtieri (27,03% al primo turno) del centrosinistra ed Enrico Michetti (30,14%) per il centrodestra. Nei tre municipi in cui Gualtieri aveva ottenuto i risultati migliori sono quelli in cui il calo dell’affluenza è stato più contenuto. Entrambi hanno votato in mattinata in zona Monteverde, rispettando il silenzio elettorale. Ha votato anche il primo degli esclusi due settimane fa, Carlo Calenda: “Con aria mesta ma ho fatto il mio dovere”, ha twittato il leader di Azione che alla vigilia ha dato il proprio endorsement a Gualtieri.
Dopo aver tirato la volata per Michetti, la leader di Fdi, Giorgia Meloni, ha votato e ha invitato tutti a farlo “per assumersi la responsabilità di scegliere”, e a chi le domandava della manifestazione antifascista di ieri, organizzata dai sindacati, ha replicato: “Mica sono come il Pd che viola il silenzio elettorale”. Poco dopo ha depositato la sua scheda anche il segretario dem, Enrico Letta: “Buon voto a tutti. Viva la democrazia”. Altro confronto di rilievo è quello di Torino fra Stefano Lo Russo, candidato del centrosinistra che al primo turno ha ottenuto il 43,86%, e Paolo Damilano, candidato di Torino Bellissima e del centrodestra che si è fermato al 38,9% due settimane fa, quando si registrò un record negativo di affluenza, al 48,08%: rispetto al primo turno per ora il calo è del 4%, con dati più marcati nelle periferie. “Non votare invece fa perdere un diritto: quello di lamentarsi”, ha scritto su Facebook il presidente della Liguria e cofondatore di Coraggio Italia Giovanni Toti: nella sua regione si vota a Savona, dove l’affluenza è sopra la media nazionale ma con un -7% rispetto al primo turno, quando il candidato del centrosinistra, Marco Russo, ha distanziato di 10 punti quello del centrodestra, Angelo Schirru. L’affluenza è in calo del 2% a Trieste, dove il candidato di centrodestra, Roberto Dipiazza, partiva in vantaggio su quello di centrosinistra, Francesco Russo (46,92% contro 31,65%), e il dato è simile a Varese (dove ha votato il 33%), città ‘emblema’ della Lega che, con Matteo Bianchi, sfida il sindaco uscente Davide Galimberti, sostenuto da una coalizione Pd-M5s.
Si conta un -4% (con il 33% di affluenza) a Isernia, dove l’asse giallorosso sostiene Pietro Castrataro contro il sindaco Gabriele Melogli (centrodestra), e i dati sono simili a Latina dove il centrodestra schiera Vincenzo Zaccheo, già due volte sindaco della città, contro il primo cittadino, Damiano Coletta (centrosinistra). Si arriva al -9% a Benevento dove l’ex ministro Clemente Mastella, con una lista civica, cerca la vittoria solo sfiorata due settimane fa contro Luigi Diego Perifano (centrosinistra). Il trend è ancora più marcato (-10%) a Cosenza, dove i candidati, di centrodestra e centrosinistra, si chiamano entrambi Francesco Caruso, e a Caserta (-12%) per la sfida fra il sindaco uscente Carlo Marino (centrosinistra) e Gianpiero Zinzi (centrodestra). (di Paolo Cappelleri per Ansa)