L’applicazione di dazi addizionali del 20 per cento sulle importazioni degli Usa, determinerebbe per Roma una perdita stimabile in oltre 250 milioni. Relativamente al solo Made in Italy romano, si valuta una perdita di circa 27 milioni di euro a fronte di un export di oltre 170 milioni. Per il Lazio, gli Stati Uniti sono il terzo mercato estero di destinazione con il 12 per cento, dietro a Belgio e Paesi Bassi. In particolare, per Roma e provincia l’export verso gli Usa ha fatto registrare un’aumento del 15,3 per cneto in dodici mesi (calcolato a settembre 2024). Sono i dati diffusi in una nota da Confartigianato Roma. Le perdite – prosegue la nota – interessano non solo settori ad alta tecnologia, ma anche quelli con una marcata vocazione artigiana come gioielleria e oreficeria, occhialeria, mobili per la casa, sedie e divani, pietre tagliate e lavorate, articoli sportivi, vetro e ceramica artistici, coltelleria e posateria, strumenti musicali.
“Per le nostre imprese si apre una sfida da affrontare intensificando gli sforzi per assicurare l’alta qualità della manifattura made in Italy, arma vincente e distintiva che i mercati sanno riconoscere ed apprezzare – sottolinea il presidente di Confartigianato Roma, Andrea Rotondo – E’ anche fondamentale muoversi come Sistema Paese e come istituzioni locali, intervenendo in maniera decisa su quei fattori che limitano fortemente la produttività e la competitività del nostro sistema produttivo e rafforzando gli interventi locali, come la costituzione di un centro per la valorizzazione del Made in Italy romano capace di favorire i processi di ampliamento sia di nuovi mercati che del mercato interno sfruttando soprattutto i flussi turistici”.